10 ottobre -
Niente risorse per i contratti fino al 2014, la frustrazione del personale per il blocco delle dinamiche contributive, le regioni che chiedono finanziamenti certi su cui poter contare per il prossimo triennio perché un’ulteriore contrazione del Fsn è insostenibile. E ancora, fare in modo che il rinnovo della Convenzione, almeno sotto l’aspetto normativo, dia quelle risposte che i professionisti aspettano da anni. Questo in sintesi i punti toccati dal presidente del Comitato di Settore, Claudio Montaldo, intervenuto al 46° Congresso del Sumai in corso di svolgimento a Catania.
“Si è lavorato molto – ha esordito Montaldo – per mettere sotto controllo la spesa sanitaria, lo hanno fatto le regioni e i ministeri, sia quello dell’economia che quello della Salute. È evidente il ruolo crescente di via X Settembre per rimettere in ordine i processi di spesa, ma molto importante anche il ruolo del ministero della Salute nel tentativo di mantenere alta l’offerta sanitaria per i pazienti”.
“È dunque necessario ripensare il ruolo delle risorse umane che va reso sostenibile cercando di conciliare quanto dice l’articolo 32 della Costituzione con l’oggettiva mancanza di fondi perché è evidente che questa condizione di crisi non evolverà velocemente”.
Montaldo, chiarendo che il suo intervento è in veste di presidente del Comitato di settore, ha ribadito che “le regioni chiedono risorse certe in valori assoluti su cui poter contare per il triennio 2013-2016. È importante mantenere l’attuale livello di finanziamento perché non possiamo recedere oltre, e sui Lea governo deve essere chiaro e dire quali sono quelli compatibili con l’attuale livello di spesa”. E sui ticket ha ricordato che le regioni hanno “già raggiunto un buon risultato riuscendo ad evitare i due miliardi di ticket che famiglie e pazienti non avrebbero potuto sostenere. Su questo abbiamo avuto rassicurazioni da parte del governo”.
“Veniamo da anni di blocco delle dinamiche contributive per il personale e questa situazione non si può dilatare oltre perché ne va della serenità e della frustrazione degli operatori che lavorano in condizioni sempre più difficili. Il mio obiettivo adesso, come presidente del Comitato di settore, è quello di far ripartire la contrattazione, ma non avremo risorse nuove fino al 2014 e questo ci penalizza, ma ci offre anche un’opportunità di lavorare sotto l’aspetto normativo del contratto per ottenere il giusto riconoscimento al ruolo professionale”.
“Il servizio sanitario può comunque reggere se spostiamo l’accento sulle problematiche del territorio. Dobbiamo cambiare rotta e realizzare quella integrazione tra i diversi soggetti medico di medicina generale, pediatra di libera scelta e specialista oltre che con l’ospedale”.
Infine la responsabilità professionale e il suo risvolto negativo della medicina difensiva. “Questo problema – ha concluso Montaldo – non può essere risolto solo con azioni penali da parte del paziente che ritiene di aver subito un danno e con le assicurazioni che gravano sul sistema. Il Parlamento deve fare una legge che ridefinisca il tema della responsabilità altrimenti la medicina difensiva si scarica su operatori e costi del sistema”.