27 novembre -
“I dati Aran – si legge in una nota della Federazione Veterinari Medici - fotografano una situazione complessa che chiama il sindacato ad una attenta riflessione sulla sua attività: se nell’insieme si è registrato un modesto calo di iscritti nei sindacati della dirigenza medica, per la dirigenza veterinaria il fenomeno è solo rimandato per effetto del blocco delle pensioni e, per questo, FVM non perde iscritti. Una disamina più attenta poi fa rilevare che il risultato deriva dalla compensazione tra le iscrizioni perse in seguito ai pensionamenti e le nuove iscrizioni avvenute pur in condizione di blocco delle assunzioni”.
“Viviamo oggi – prosegue il comunicato - un momento di grave crisi in cui il lavoro è oggetto di pressioni sempre maggiori e la percezione delle tutele muta: il sindacato non deve perdere altro terreno e non deve sottovalutare i sintomi, seppur lievi. La realtà, che sta evolvendo a tamburo battente, impone al sindacato di rinnovarsi, per saper di interpretare il mondo del lavoro che sta cambiando e che è composto da molte nuove forme di occupazione: prima fra tutte al componente precaria, nelle sue varie declinazioni, che vede oltre 10.000 lavoratori nella dirigenza medica e veterinaria e che non “compaiono” ufficialmente nei dati Aran ma esistono, lavorano, chiedono il riconoscimento dei loro diritti”.
“La dirigenza medica e veterinaria – conclude la nota - , con i suoi sindacati, che giustamente ha assunto il 27 ottobre la leadership di un movimento promosso in difesa del SSN e dei cittadini che il SSN protegge, deve saper dare tutela a tutti i medici e agli altri sanitari anche mediante nuove forme aggregative e nuovi progetti unitari. Le stagioni delle grandi crisi hanno sempre portato a grandi cambiamenti positivi. La tempestività con cui si colgono i segnali però è determinante per il successo dell’inevitabile rinnovamento”.