16 maggio -
Green Oncology è il nuovo paradigma concettuale e operativo dell’oncologia, che rappresenta, rispetto al tradizionale modello biomedico centrato sull’interesse del singolo paziente e sul suo esclusivo rapporto con il medico, un gradino evolutivo di complessità superiore verso azioni cliniche partecipate con i pazienti, condivise tra i vari operatori sanitari, ed eco-responsabili del potenziale impatto sull’ambiente umano, professionale, strutturale, tecnologico e organizzativo in cui si originano, nonché sulla biosfera.
Green Oncology opera mediante scelte etico-manageriali che incorporano, oltre ai tradizionali criteri di efficacia, efficienza ed effectiveness, anche quelli della trasparenza operativa, dell’evidenza scientifica, della sostenibilità culturale, economica, ambientale e sociale in quanto realizzabile, equa e vivibile.
Le nostre scelte oncologiche, conformate al principio della sostenibilità ambientale, devono essere pervase di quella “coscienza collettiva”, pregna di una jonasiana responsabilità, caratterizzata dalla consapevolezza circa i possibili effetti presenti e futuri in termini di impatto:
- sul contesto economico (es. mediante l’ applicazione delle opportunità di rimborso dalle Aziende farmaceutiche offerte da strumenti gestionali come il risk-sharing, o la lotta agli scarti ottenibile con la drug-therapy-day, ecc...);
- sul contesto tecnologico (es. adozione di follow-up minimalisti, quanto meno nei casi evidence-based secondo le Linee Guida internazionali comunemente adottate: impiego mirato delle tecnologie radiologiche e scintigrafiche nel follow-up allo scopo di ridurre l’inquinamento ambientale da radiazioni);
- sul contesto strategico (es. attenzione alla prevenzione, primaria, secondaria, attenta sorveglianza delle neoplasie a predisposizione ereditaria, e promozione della salute, con informazione e formazione del cittadino, del paziente, dei suoi familiari);
- sul contesto clinico (es. privilegiare quando possibile l’uso di terapie orali, con le quali risulta inferiore l’utilizzo dei mezzi di trasporto da parte dei pazienti: diminuzione del consumo di energia, minori rischi di incidentalità da trasporto, diminuzione ore di lavoro perse da parte del care-giver);
- sul contesto organizzativo (es. estensione della domiciliarizzazione delle cure,nel rispetto del principio della continuità assistenziale, assistenza in Rete allo scopo di diminuire gli spostamenti del paziente e dei parenti, implementazione comunicazioni telefoniche e e-mail, telemedicina);
- sul contesto socio-sanitario (es. uso intensivo dell’ HTA anche a livello micro, approccio biopsicosociale, con particolare riferimento a pazienti pediatrici e geriatrici);
- sulla biosfera (attenzione al ‘ciclo di vita’ dei farmaci oncologici: attenzione non soltanto nella fase di preparazione, ma anche in quella della somministrazione, e in particolare dello smaltimento dei farmaci citostatici);
- sperimentazione di nuove forme di aggiornamento a basso consumo energetico e minor impatto in termini di inquinamento ambientale ( FAD, video-conferenze, implementazione aggiornamento e scambi informazioni tramite internet,posta elettronica,ecc.);
- implementazione del principio dell’imparare lavorando e “facendo insieme” specie per gli aspetti organizzativi e relazionali, dove il confronto all’interno del team (“comunità di pratica di cura”), potrà in alcuni casi essere inclusivo del parere dei pazienti o dei loro rappresentanti;
- ambulatorio verde: uso oculato delle risorse; laddove possibile riciclo e riuso delle materie post-consumo (carta,ecc.) compatibilmente con le esigenze igieniche e di profilassi del paziente; impiego di detersivi non tossici e non inquinanti per la pulizia dei locali, eccetera;
- attenzione a forme di chemio- prevenzione con farmaci non tossici;
- attenzione a tutte le eventuali occasioni di accanimento terapeutico che, oltre che un danno per il paziente, rappresentano anche uno sperpero di risorse inutile e dannoso.
In sintesi l’operato dell’oncologo medico sarà improntato ad attenzione per l’ambiente e risparmio di risorse in un’ottica di appropriatezza prescrittiva, diagnostica e terapeutica, organizzativa ed economica.
Il tutto all’interno di una cornice di etica della persona e della responsabilità e di solidarietà umana ed ambientale.
CIPOMO per portare avanti questi obiettivi si prefigge di esperire anche forme di collaborazione con ISDE (International Society of Doctors for Environment), con il circuito di Città Sane ed Agenda 21, e con il Working Group Prevenzione di AIOM.
Si prevede che in un prossimo futuro il percorso di accreditamento delle Oncologie Mediche da parte di CIPOMO possa includere anche alcuni requisiti “di sostenibilità ambientale” (es.:certificazione verde).