9 maggio -
Più della metà dei bambini italiani prende almeno un farmaco durante l’anno: nel 48% dei casi si tratta di un antibiotico, nel 26% di un antiasmatico e nel restante 8,6% di corticosteroidi. Questo quanto emerge da una indagine che verrà presentata oggi proprio nel corso del 68° Congresso Sip. Secondo gli esperti sono decisamente troppi. Perché accade? A volte anche per calmare l’ansia dei genitori. Ma così il problema dell’antibioticoresistenza continua a crescere.
Sono troppo i farmaci che vengono prescritti ai bambini, e spesso anche troppo potenti per i malanni che colpiscono i più piccoli. Il caso più eclatante, forse, quello degli antibiotici dati anche in caso di influenza, che essendo di origine virale non è attenuata da questi medicinali. Cosa che incide sulla crescente antibiotico-resistenza, che preoccupa gli esperti. “Qualche volta per accontentare i genitori troppi ansiosi, il pediatra prescrive l’antibiotico anche se potrebbe farne a meno o aspettare: in presenza della febbre bisognerebbe attendere almeno tre giorni prima di cominciare la somministrazione dell’antibiotico”, ha spiegato Alberto Ugazio, presidente Sip. “Questo fa sì che quando ai bambini devono essere curate bronchiti, laringiti o polmoniti, i farmaci non hanno più effetto: l’abuso degli antibiotici ha reso i batteri più resistenti e le molecole meno efficaci”.
Non a caso, l’Oms e l’Aifa avevano promosso appena un anno fa una campagna contro l’eccessivo utilizzo degli antibiotici dal titolo significativo: “Nessuna azione oggi, nessuna cura domani. Difendi la tua difesa”, che indicava proprio quanto fosse importante sensibilizzare sul rischio che gli antibiotici “salvavita” perdano il loro potere curativo a causa dell’uso sbagliato o dell’abuso.