Fassid: “Serve una nuova visione del servizio sanitario pubblico”
Appropriatezza delle cure, contenimento degli sprechi, adeguamento degli organici.
Questi grandi temi sui quali si è concentrata Roberta Di Turi, Coordinatore Nazionale FASSID, nel suo intervento alla Conferenza dell’Intersindacale Dirigenza Medica, Veterinaria e Sanitaria, che ha riunito oggi a Roma gli esecutivi nazionali e regionali di tutte le sigle sindacali per decidere i prossimi passi della mobilitazione unitaria.
“A tutte le richieste sacrosante dell’intersindacale si aggiunge una nostra ulteriore preoccupazione: la mancata applicazione aziendale del Ccnl che ancora oggi si riscontra in quasi il 50% delle Aziende Sanitarie, nonostante la esigibilità del contratto espressamente indicata al suo interno. Un accenno poi – continua Di Turi – alla importanza della multidisciplinarità quale valore aggiunto irrinunciabile riconosciuto da più parti. È innegabile infatti che l’appropriatezza diagnostica e terapeutica passa anche per le mani (e soprattutto le menti) di altri professionisti che affiancano e supportano i colleghi medici (biologi, chimici, farmacisti, fisici, psicologi, professioni sanitarie ecc ). Un patrimonio di molteplici professionisti che assicurano importanti interventi di razionalizzazione dell’offerta , sicurezza delle cure e contenimento degli sprechi a vantaggio dei cittadini e del Ssn. Interventi che andrebbero sostenuti attraverso un adeguamento degli organici e del necessario turn over perché possano essere davvero efficienti e orientati alla sostenibilità del sistema”
La FASSID (AIPaC, AUPI, SiMeT, SiNAFO, SNR) rappresenta un cristallino quanto concreto esempio di multidisciplinarietà in quanto contiene tutti questi elementi e sposa tutti i principi e le azioni sinteticamente rappresentati. “Un SSN moderno, pubblico per destinazione, deve assolutamente avvalersi della pluralità di opinioni a vantaggio dei propri operatori e soprattutto dei cittadini ma deve giungere – conclude Di Turi – con la massima celerità ad una nuova visione per la quale i finanziamenti richiesti a sostegno debbano essere finalmente letti come un investimento e non un mero costo”.