3 aprile -
Il settore pubblico dovrà somigliare di più a quello privato. Secondo il Governo, infatti, la riforma del lavoro del ministro Fornero va estesa il più possibile al settore pubblico. E questo è possibile. La gran parte dei provvedimenti sarebbero, infatti, secondo il Governo compatibili per replicabili entrambi i settori. Basterà qualche aggiustamento specifico…. La disciplina, dunque, sarà replicata. “Oppure riscritta”.
In particolare, secondo il
documento che il Governo ha consegnato alle OoSs, il settore pubblico dovrà indirizzarsi verso una maggiore omogeneità con il settore privato sostituendo i contratti co.co.co con contratti a progetto. Anche se, come si legge nel documento, questo potrebbe essere uno di quei punti in cui si potrebbero prevedere norme specifiche per alcuni settori sensazioni (come la sanità e la ricerca), prevedendo anche sanzioni a carico dei dirigenti in caso di abuso. Ma il Governo ci tiene a sottolineare anche il divieto, specifico per il settore pubblico, di convertire il rapporto a lavoro subordinato con il rapporto a tempo indeterminato.
In ogni caso, ricorda il Governo, l’uso di contratti a tempo determinato sarà disincentivano attraverso l’incremento del costo contributivo, che, a parità di risorse finanziarie, finirà per rendere più onerosa questa tipologia di contratto.
L’apprendistato, invece, “potrebbe diventare – secondo il Governo -, anche nel settore pubblico, un canale di accesso dei giovani al mondo del lavoro. Nell’area di applicazione dell’apprendistato rientra, infatti, l’intera fascia giovanile in età dai 15 ai 29 anni. L’apprendistato professionalizzante e quello di alta formazione e di ricerca, applicabili al settore pubblico, interessano i giovani tra i 18 e i 29 anni”. Il discorso, comunque, dovrà essere rinviato al Dpcm previsto dal decreto legislativo 167/2011 che disciplina la materia e che dovrà disciplinare il reclutamento e l’accesso, nonché l’applicazione del contratto di apprendistato per i settori di attività pubblici”.
Sul tema del contratto di somministrazione del lavoro e lavoro accessorio, il documento sottolinea la necessità di valutare gli effetti del decreto legislativo 24/2012 relativo al lavoro tramite agenzia interinale e gli interventi in tema di lavoro accessorio.
Quanto alla mobilità dei lavoratori pubblici sarà definita, con Dpcm, sentite le Organizzazioni sindacali e previo parere della Conferenza Unificata, una “tabella di equiparazione fra i livelli di inquadramento previsti dai contratti collettivi relativi ai diversi comparti di contrattazione”.
Un decreto del ministro per la Pubblica Amministrazione, di concerto con il ministro dell'Economia, sentite le confederazioni sindacate e previa intesa con la Conferenza Unificata, si occuperà invece di disporre le misure per “agevolare i processi di mobilità, anche volontaria, per garantire l'esercizio delle funzioni istituzionali da parte delle amministrazioni che presentano carenze di organico”.
Invece, le pubbliche amministrazioni che hanno situazioni di soprannumero o rilevino comunque eccedenze di personale, in relazione alle esigenze funzionali o alla situazione finanziaria, anche in sede di ricognizione annuale sono tenute ad osservare le procedure di mobilità collettiva. Le amministrazioni pubbliche che non adempiono alla ricognizione annuale non possono effettuare assunzioni o instaurare rapporti di lavoro con qualunque tipologia di contratto pena la nullità degli atti posti in essere.