31 ottobre -
Anaao Assomed esprime, in una nota, “ferma condanna” sulla
vicenda resa nota dall’Associazione Liberi Specializzandi (Als) che riguarda la scuola di specializzazione in Neurologia dell’Università degli Studi di Perugia. “Dalle intercettazioni ambientali, che riportano il modus operandi della Prof.ssa L.P. durante lo svolgimento delle attività assistenziali nel reparto da lei diretto, si evidenzia un ambiente lavorativo in cui quotidianamente vi sono irregolarità deontologiche e procedurali”, dice l’Anaao. “La Prof.ssa P., direttrice della S.C di Neurologia dell’Ospedale di Perugia nonché della omonima scuola di specializzazione dell’ateneo perugino, utilizzava un linguaggio vergognoso e intollerabile con i giovani colleghi e strutturati, con parole scurrili e violente e con evidenti problemi di gestione che irrimediabilmente ricadono nell’erogazione delle prestazioni sanitarie”.
“Si evince inoltre - sottolinea l’Anaao - che il personale medico specializzando superava regolarmente il monte orario giornalieri, settimanale e mensile (11 ore al giorno in media con punte di 340 ore mensili), in barba alla normativa europea sul diritto del lavoro e nonostante il chiaro parere del Ministero della Salute che, rispondendo ad una richiesta di Anaao Giovani, ha stabilito che tali normative si applicano anche ai medici specializzandi in quanto professionisti medici a tutti gli effetti nel pieno svolgimento delle loro funzioni”.
Anche per l’Anaao, come per Als, “da questa vicenda non si può non fare un parallelismo con la triste vicenda della giovane collega Sara Pedri, evidenziando nuovamente una situazione in cui versano i reparti in cui Professori Universitari, Direttori di S.C., utilizzano i giovani colleghi come manodopera senza alcun rispetto professionale”.
L’Anaao chiede quindi, “nella speranza di una rapida risoluzione di quanto denunciato”, la “sospensione della Professoressa da tutti gli incarichi accademici, l’apertura di una indagine da parte dell’Azienda Sanitaria e dell’Ispettorato del lavoro affinchè si faccia chiarezza sul modo in cui veniva gestito il reparto e infine l’apertura di un procedimento disciplinare da parte dell’Ordine dei Medici di Perugia".