Fimmg: “Grave non aver coinvolto i medici di medicina generale”
“Bisognerebbe far presente agli organizzatori dell’evento di aver ignorato i rappresentanti dei medici del territorio. Come stakeholder forse i più titolati a parlare della riforma del Sistema Territoriale di Emergenza. A meno che non si va teorizzando e proponendo un sistema territoriale senza medici”. È quanto denuncia il segretario nazionale della Fimmg-Emergenza Sanitaria, Francesco Marino.
“Perché guardate – prosegue - , a questo punto parlo da cittadino, e faccio i conti spiccioli, nei Dipartimenti di Emergenza Ospedalieri mancheranno con i pensionamenti circa 4.000 medici. Sul territorio ne mancheranno oltre 3.000, con una scuola di specializzazione in MEU che offre 1.500 posti per specializzandi (quest'anno, perché gli anni precedenti erano molto meno) di cui molti non occupati. Ci vorranno quattro annualità, ammesso che vengano confermati ed occupati tutti i posti messi a bando, per reclutare solo le carenze attuali. Se poi consideriamo la durata della specializzazione, l'ultimo gruppo si formerà tra otto anni. Nel frattempo, però, bisogna spiegarlo ai cittadini, i veri danneggiati da una politica di programmazione miope e poco lungimirante, responsabile della situazione attuale che ha fatto del Servizio Sanitario Nazionale un settore della nostra società non bisognoso delle dovute attenzioni ed investimenti”.
“Forse – rileva - sarebbe stato più corretto e proficuo cercare di capire perché non si trovano medici ed infermieri che scelgono di lavorare nel settore dell'emergenza sia territoriale che ospedaliera: è il momento di capire le cause di questa mancanza di figure professionali. L'Emergenza Sanitaria Territoriale non ha bisogno di comandanti o generali in cerca di un posto di comando. Ha bisogno di soldati, che sono quelli che affrontano il nemico in battaglia, la sofferenza dei cittadini sul territorio. I veri stakeholder di un sistema che dovrebbe essere efficiente, professionale, con un mezzo di soccorso avanzato con i tre professionisti dell'emergenza territoriale a bordo (vale a dire medico, infermiere e autista-soccorritore). Solo con queste tre figure si può dare aiuto ai cittadini in stato di necessità”.
“Altrimenti, e per una volta si parli chiaramente, se si vuole proporre un servizio senza medici dell'Emergenza a bordo delle ambulanze sul territorio, lo si dica chiaramente ai cittadini”, conclude.