11 marzo -
“Crediamo che la nascita di questo Osservatorio possa con molta concretezza segnare un vero punto di svolta”.
Tommasa Maio, segretario nazionale di FIMMG Continuità Assistenziale, commenta così l’insediamento dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie tenutosi oggi alla presenza del ministro Roberto Speranza, che da sempre si è mostrato estremamente sensibile al tema.
“Condividiamo in pieno l’auspicio del Ministro - sottolinea Maio - che l’Osservatorio rappresenti un atto sostanziale e non solo formale e siamo più che disponibili a fare la nostra parte affinché questo possa essere l’ambito in cui l’esperienza degli operatori, chiamati a farne parte dalla Legge istitutiva, trovi opportunità di confronto con le Istituzioni a tutti i livelli, dal Ministero alle Regioni, e possa permettere di affrontare in modo sistemico un fenomeno complesso che si realizza nei luoghi di cura, nell’ambito di una relazione delicata che mette in gioco emotività e fragilità da ambo le parti”.
Proprio FIMMG ha proposto che i gruppi di lavoro che saranno creati esaminino nello specifico i diversi setting assistenziali, che sono gravati da diversità organizzative, operative e, conseguentemente, diverse modalità in cui si realizza il rischio di aggressioni. Va anche ricordato che i medici di medicina generale hanno pagato, e continuano a pagare, un prezzo altissimo in termini di aggressioni e, purtroppo, di omicidi nell’esercizio della professione. «Negli anni abbiamo dovuto assistere a tre omicidi di colleghi della continuità assistenziale, tentati omicidi, violenze sessuali. Non meno importante, il fenomeno della violenza psicologica, emerso in maniera più che lampante anche in epoca pandemica, ad esempio da parte dei No Vax nei confronti dei medici di famiglia. “Il nostro compito è quello di garantire una presa in carico capillare, spesso anche domiciliare. La violenza psicologica nei confronti dei medici di medicina generale è enorme e sottostimata. Grazie all’Osservatorio potremo approcciare in modo sistemico un fenomeno molto complesso, insomma, guardando alle fragilità non solo dei pazienti, ma anche dei medici. Il nostro auspicio - conclude Maio - è quello che il lavoro dell’Osservatorio possa essere decisivo per formare i professionisti, ma anche per sensibilizzare e formare chi ha la responsabilità di determinare organizzazioni, strutture e strumenti che mettano tutti gli operatori sanitari e sociosanitari in condizione di lavorare in sicurezza”.