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QS Edizioni - sabato 27 luglio 2024

Le lettere dei lettori sulla liberalizzazione dei farmaci di fascia C con ricetta

13 dicembre - Pubblichiamo una prima selezione delle lettere inviate alla redazione a commento del provvedimento previsto dalla manovra del Governo Monti che liberalizza la vendita dei farmaci di fascia C con ricetta. Per necessità editoriali le lettere sono state sintetizzate ed editate avendo cura di conservare le parti fondamentali e nel completo rispetto delle opinioni espresse dai lettori.
 
A proposito di Conasfa e Federfarma
Rispondo, a titolo personale ma da persona (presumo) informata, alla lettera della Federazione Conasfa.
I punti proposti per un ammodernamento della farmacia italiana sono in gran parte condivisibili e già proposti anche da Federfarma, non condivido personalmente alcuni punti sulla base dei seguenti ragionamenti:
Quorum: Per svolgere un servizio decente il quorum a 2.800 abitanti lo vedrei solo nei centri più grossi, dove c'è un flusso continuo di cittadini; nei centri minori il quorum dev'essere più alto perché la redditività si sta facendo sempre più bassa a causa del calo dei prezzi del farmaco etico. Attenzione nel fissare limiti! In Francia stanno attuando l'inversione di tendenza (hanno alzato il quorum a 4500!) perché le farmacie sono al collasso. La Federfarma ipotizza un quorum modulato a seconda del territorio. Penso che per poter attuare una farmacia dei servizi efficiente non si possa scendere al di sotto di una redditivita minima. La Grecia non ha insegnato niente? (All'attuale governo no sicuramente). A causa della liberalizzazione, ora tardivamente bloccata, Molte farmacie greche non riescono ad assicurare neanche la presenza di molti medicinali essenziali, che vengono ordinati al momento.
L'ereditarietà serve come spinta ad amare la propria azienda ed a curarla come se fosse un figlio. Io sono Titolare, figlio di titolare, amo il mio mestiere nonostante gli attacchi attuali e lo faccio perché mi piace. Al contrario vedo colleghi che la farmacia l'hanno vinta a concorso o comprata dei quali non condivido le gestioni. L'essere figlio di titolare non è una colpa e spesso chi vive da piccolo questa realtà ne comprende molto meglio i meccanismi (esperienza personale). L'ereditarietà com'era prima premiava i i figli sfaticati, ma com'è ora è punitiva. A parer mio ci dev'essere come c'è in qualsiasi attività. Chi diventa titolare capisce... .
Attenzione alle società: non sono contrario all'ingresso del capitale privato nelle società ma in maniera controllata. La gestione della farmacia manteniamola noi farmacisti, se no addio logica professionale!
Quanto agli altri punti (creazione dei presidi negli aeroporti, concorsi ogni due anni ecc..) erano già presenti nella ottima proposta di legge Gasparri-Tommasini, in gran parte condivisa da Federfarma.
Ci sono anche altri punti da considerare:
Bisogna lottare anche per un cambiamento della remunerazione, perché com'è ora, legata al solo prezzo del farmaco, che cala sempre di più, sta impoverendo le aziende farmacia.
Bisogna spingere affinché l'amministrazione pubblica paghi puntualmente, così come stabilito per convenzione e come raccomandato dall'UE.
E sono solo alcuni problemi del sistema farmacia.
Ripeto che questi sono ragionamenti personali, ma ritengo anche che la Conasfa e la Federfarma possano proficuamente dialogare per stabilire dei punti con i quali raggiungere un obbiettivo condiviso: La salvaguardia della farmacia italiana, un presidio fra i migliori al mondo, in contrasto alle logiche espansioniste ed accentrattrici del grande capitale.
Michelangelo Mundula, segretario Federfarma Nuoro, titolare a Dorgali (NU)


Sconti? E il prezzo libero?
Si continua a polemizzare inutilmente tra farmacisti titolari e non e  forse non ci si rende conto che, quello che sta accadendo, mira  esclusivamente ad impossessarsi di un mercato, il mercato del farmaco  che, dopo il petrolio è il secondo mercato mondiale per volumi. Non si  pensi che abbiano voluto fare un favore alle parafarmacie o un dispetto  alle farmacie... Vogliono semplicemente IMPOSSESSARSI dei nostri  fatturati e lasciarci le rogne non remunerative (turni, aperture H24,  festivi, centri minori, ossigeno eccetera). Se i non titolari pensano di arricchirsi con i farmaci di C scontati.... temo si sbaglino di  grosso!!! Non ci sono i margini e, per di più, permetteranno lo sconto  ma non il prezzo libero; dove mai si è visto??? I dati dell'Agenzia delle Entrate, sui conti economici delle farmacie, parlano chiaro; la  redditività è in discesa libera, le spese in costante aumento e gli  ultimi provvedimenti peggioreranno sensibilmente la situazione. L'apertura alla vendita degli "C" in altri esercizi, diversi dalle  farmacie, imporrà a quest'ultime di allungare sensibilmente gli orari  di apertura per cercare di non perdere quote di fatturato e recuperare  margini; ma per far questo è necessario aumentare il personale  impiegato..... ma con quali risorse??? Bisognava invece, tutti insieme,  puntare a rafforzare e migliorare l'istituto della farmacia, aumentando  da subito le nuove aperture e migliorando sensibilmente i contratti dei  collaboratori (oggi i contratti delle farmacie private sono  assolutamente mortificanti ma.... chi di voi ha avuto modo di leggere i  contratti applicati ai colleghi della GDO???) e invece, l'alta finanza  sta mettendo le mani nelle nostre tasche (…) Concludo questo lungo sfogo invitando TUTTI i  colleghi (siamo tutti uguali, ma con ruoli diversi) a unirci,  abbandonare lotte fratricide che a nulla porteranno se non alla  scomparsa della nostra professione!!!
Dr. Vezio Capochiani, inviata per e-mail


Una riforma pro-corner
Il problema è drammatico per il futuro della farmacia, lentamente ci stiamo avviando verso la situazione precedente alla riforma Giolitti. I prezzi della Fascia C sono imposti il decreto prevede lo sconto e aperture e chiusure in piena libertà. Pianta organica, concorsi va tutto a catafascio. (…) Dispiaccciono le lacrime della Fornero, segno di sensibilità di decoro e di rabbia per aver dovuto fare ciò che forse non voleva, le lacrime di rabbia sono segno di forza e non di debolezza come qualcuno ha voluto ironizzare con squallida satira. Non le ho viste da parte del responsabile dell'inserimento nel decreto salva Italia della Fascia C nei corner dei supermercati con possibilità di sconto (…) possiamo chiamare tale riforma pro corner, pro coop e fra non molto vedremo i vari marchi dei supermercati sulle confezioni. In un super una scritta grossa e larga dice farmaci con sconti dal 35% al 70% (a Parete, Caserta). La provincia a nord- di Napoli è circondata da quattro grossi supermercati che già hanno distrutto la economia della zone ,stanno chiudendo tutti i negozi e questa sarà la fine delle farmacie. Mi dispiace molto constatare come uomini sani intellettualmente e onesti professionalmente siano stati costretti a inserire queste grandi liberalizzazioni. La farmacia compera con uno sconto di legge già molte volte ridotto, sconto al Ssn, contributo straordinari, all'Enpaf, paga le tasse perché compera tutto con fattura non la si può mettere in concorrenza con gruppi di acquisto e di produzione dalle dimensioni internazionali o cooperative e illudere i farmacisti delle parafarmacie e distruggere i farmacisti delle farmacie.
Francesco, inviata per e-mail
 
 
Condizioni concorrenziali ma per tutti
Il Decreto Legge n. 201/2011 è stato pubblicato nella G.U. il 6 dic. recante "Disposizioni urgenti per la crescita, l'equità ed il consolidamento dei conti pubblici". Al Titolo IV, Capo I, dedicato alle "Liberalizzazioni" l'art. 32 riporta le misure che interessano le farmacie e la distribuzione intermedia il decreto entra in vigore il giorno stesso della pubblicazione, ma la liberalizzazione della fascia c è subordinata all'emissione entro 60 giorni da parte del ministero della salute di apposito decreto in cui saranno definiti gli ambiti di attività e le funzioni di farmacovigilanza(…) Il decreto, infine, da' facolta' alle farmacie e agli esercizi commerciali di praticare liberamente sconti sui prezzi al pubblico su tutti i prodotti venduti, purche' gli sconti siano esposti in modo leggibile e chiaro al consumatore e sia praticato a tutti gli acquirenti.(ANSA). Il comma 3 dell'art. 32 del Decreto Legge n. 201/2011 G.U. n. 284 del 6 dic. dispone che le condizioni contrattuali e le prassi commerciali debbano non essere diverse tra farmacie e parafarmacie (comprese GDO) come da D.L.vo 219/2006 art. 105, altrimenti sarebbero sanzionate come pratica commerciale scorretta. Pertanto le condizioni e gli sconti devono essere uguali a quelli che vengono applicati alle farmacie e, da adesso in poi, quelli che verranno praticati dai distributori alla GDO.
Farmacisti controllate e facciamoci rispettare!
Senza firma, inviata per e-mail

Meglio nella parafarmacia
Sono un farmacista di anni 61 , con 31 anni di esperienza nel settore del farmaco.
Per 26 anni ho lavorato in farmacie private in diverse parti d'Italia e per più 2 anni mi sono levato la soddisfazione di provare a  lavorare per una società lombarda che allestiva parafarmacie nel Nord Italia ne ho allestite da Varese a Udine con la responsabilità della formazione dei farmacisti assunti in ogni punto. E per più di un anno ho gestito una parafarmacia.
Ebbene ! capisco i titolari di farmacia che con tale legge perderanno una fetta delle loro entrate ma probabilmente si scordano di molte cose avvenute in anni passati, che qui vorrei riassumere in brevissimo spazio:
Con certezza posso dire che i titolari sono la peggior razza di imprenditori che trattano i loro dipendenti come semplici operai(alcuni operai sono più stimati) di dispensazione di farmaci.
    La professionalità dei titolari è rivolta quasi esclusivamente alla commercializzazione di prodotti a largo margine e se ne fregano altamente delle problematiche dei pazienti.
    I titolari di farmacie sono la categoria che remunera un suo pari  con retribuzioni da commesso (vedi contratti).
    Nei rinnovi contrattuali sono sempre quelli che cercano sempre di rivalutare la professione loro, ma non quella dei loro farmacisti collaboratori.
    In sessanta anni non ho trovato un titolare che fosse felice della propria situazione economica e sociale (…)
Aggiungo, che negli anni che ho lavorato nelle parafarmacie tutte le leggi sul farmaco, la filiera dello stesso, le normative, le revoche eccetera, tutti i vari farmacisti assunti e da me formati ad hoc per le loro mansioni le hanno rispettate. Questi giovani farmacisti con la F maiuscola, giovani indirizzati con principi sani, qualcuno sicuramente intraprenderà anche altre vie, con remunerazioni mensile nette quasi doppie di quella misera paghetta data con magnanimità dai cosiddetti " titolari", si meritano un futuro professionale libero e svincolato da poteri di casta, per una civile vivibilità e per giustizia.
Dott. Maurizio M., inviata per e-mail


La casta non siamo noi
In questi ultimi 2/3 anni la farmacia italiana ha subito e continua a subire attacchi indiscriminati da parte della Grande distribuzione sposata al grande capitale, e dai Governi composti dai loro referenti ed asserviti.
Oggi pomeriggio, sono avvenuti due episodi che, a mio avviso, sono illuminanti, circa la situazione incresciosa in cui noi farmacisti, nostro malgrado, ci siamo venuti a trovare negli ultimi tempi.
Il primo episodio è accaduto oggi pomeriggio, allorché una signora non più giovanissima, nostra cliente da anni, è entrata in farmacia con due ricette, su cui il medico condotto aveva apportato un codice esenzione errato, rilasciatole dall’Asl nei giorni scorsi, con l’assicurazione che, da quel momento, ella sarebbe stata esente su tutto, dimenticando, o, forse colpevolmente omettendo, che detta esenzione, identificata dal codice 03, è valida solo per prestazioni ed esami ospedalieri, quindi non per la farmacia ed i ticket delle ricette su cui vi sono prescritti, al posto di esami e prestazioni ospedaliere, farmaci.
“Io non pago! Mi è stato detto sia all’Asl che dal mio medico che non devo pagare! E quindi non penso assolutamente di dover pagare!”
Al che, stufo di queste fastidiose discussioni che si ripetono sempre più spesso, ho pregato la donna di tornare dal suo medico, affinché questi valutasse il da farsi, non essendo ella stata in grado di produrmi esenzione alcuna, se non un bigliettino cartaceo con sopra scritto a mano il codice suddetto.
La donna va dal medico, mi è stato riferito, con fare molto stizzito, dopodiché torna in farmacia, con sovrascritto, nello spazio apposito, un altro codice, presumibilmente quello vecchio, questa volta, finalmente, valido, e con tanto di controfirma del medico.
A questo punto possiamo accontentare la donna: dipensarle i suoi farmaci ed esentarla dal pagamento del ticket farmaceutico.
All’atto di andarsene, una volta ricevuti i farmaci e dopo che non le era più stato richiesto il ticket, questa volta SI, non dovuto, la signora sottolinea che non è più sua intenzione rimettere piede nella nostra farmacia, perché l’abbiamo costretta a tornare dal medico procurandole disagio. (!!!??)
Ma, forse la signora male informata, percepisce la figura del titolare farmacista come quella di un privilegiato, di un appartenente ad una casta. E come tale invisa. Ma la realtà, è ben altra, maledizione!
Per quanto mi riguarda, è quella che segue:sono impegnato fino al collo nella costruzione della nuova farmacia, che, nelle mie intenzioni, sarà assolutamente all’avanguardia. Certamente donerà prestigio a tutto il paese, facendo crescere il valore al metro quadro di tutti gli immobili di …. Quando si pianifica un piano di investimenti così importante ed ambizioso, si ha bisogno di garanzie. Se, verrà approvato questo miope e subdolo decreto a favore della grande distribuzione, io salterò in aria, e con me molti altri. E voi cittadini, anche solo per prendere l’aspirina, dovrete andare a … od a … , staccando il numerino ed aspettando, diligentemente e pazientemente, il vostro turno. Non risparmierete 1 centesimo che è un centesimo, non troverete la farmacia del supermercato aperta per voi alla notte, e macinerete km e km imprecando. E questo che volete?
Volete che anche i farmacisti facciano la fine di tutti gli altri esercizi cannibalizzati dalla grande distribuzione in mano a pochi ricchissimi? Fino a prova contraria, come farmacista credo di offrire un buon servizio.
Da 11 anni effettuo solo 15 giorni di chiusura, (e quindi di ferie personali), all’anno, e sono aperto 2 notti al mese. (In questo momento è notte, sono di turno, e vi sto scrivendo dalla mia farmacia). Nel 2011 la farmacia è stata aperta quasi tutti i festivi, dal primo gennaio, al 25 aprile, al ferragosto, al 2 giugno, al 1 novembre.
Dott. Vittorio Belluso, inviata per e-mail


Sciopero della fame contro il limite dei 15 mila abitanti
Sono un farmacista iscritto all'ordine di La Spezia da 5 anni, da 4 sono titolare di una parafarmacia in un piccolo comune  della provincia …. La recente manovra mi ha impedito di accedere alle nuove possibilità professionali legate alla fascia C, diritti sacrosanti per un laureato con profitto in linea sia a livello amministrativo (quota Enpaf completa in primis) che professionale.
Da lunedì scorso sto portando avanti lo sciopero della fame per manifestare contro l'ingiusta clausola che impedisce ai farmacisti titolari di parafarmacie poste in Comuni che non arrivano a 15.000 abitanti.
Dario Parmigiani, inviata per e-mail


Un limite che favorisce la GDO
Non capisco perché, tralasciando tutto, i farmacisti titolari non dovrebbero ribellarsi a questo provvedimento! Considerando che gli stanno "rubando" parte del fatturato. E' come se qualcuno portasse via ogni mese parte della busta paga di ognuno di noi senza alcun motivo! Teoricamente per il bene del "prossimo"! Per il bene collettivo! Se accadesse una cosa del genere sarei curioso di sentire cosa mi direbbero le persone che ora sono a favore di questo provvedimento. E insisto...portano via reddito senza alcun motivo, perché tanto, ci rimette sempre il consumatore finale, altro che liberalizzazioni! Pagate meno premio per l'Assicurazione? o di spese per il Conto Corrente? ecc ecc... non prendiamoci in giro! E sopratutto, la GDO oltre ad avere la totalità dei beni primari, inclusa la benzina ora con questo provvedimento vuole mettere le mani sui farmaci! Se proprio devono farlo, almeno levassero quel limite dei 15.000 abitanti...è già tutto scandaloso! ma quel limite atto a favorire i grandi centri commerciali lo è ancor di più! E vi invito a leggere attentamente anche l'art 31 del decreto, altro che decreto salva Italia.
Farmacia O., inviata per e-mail
 
 
Era così difficile riformare realmente il servizio?
E' inconcepibile come i signori Catricalà e Bersani siano concentrati quasi esclusivamente su provvedimenti che riguardano il mondo della farmacia. Non li abbiamo mai sentiti proporre una riforma seria e strutturale sul mondo della distribuzione farmaceutica italiana, che tuttavia resta ai primi posti in Europa. Abbiamo bisogno di una riforma che dia una valenza più sanitaria e meno commerciale ad un professionista della salute quale il farmacista. Purtroppo in un momento storico così difficile la strumentalizzazione finisce sempre per far leva sui più deboli, i più giovani. Ci avete illusi, volete continuare a illuderci.  Ma i giovani farmacisti, seppur inizialmente fuorviati dalle paventate   opportunità di tale provvedimento, sono consapevoli che è necessaria una maggiore riflessione. Una riflessione che  richiami ad un atteggiamento responsabile nei confronti della  professione che rischia di essere sminuita ed equiparata, insieme ai  suoi farmaci, a semplice merce di scambio. Sinceramente, quando vedo i  colleghi al corner della grande distribuzione provo un grande   dispiacere. Ma davvero non si poteva fare di meglio per noi giovani? Ma  è tanto difficile riformare il sistema concorsuale per l'assegnazione  di sedi farmaceutiche e dare dignità ad un laureato? O qualcuno ha  timore di non essere tanto meritevole nel fare un concorso? Perché mai   si è ricorsi alla creazione di farmacisti di serie A, B, C, D, ecc,  rurali, urbani, al di sopra, o al di sotto dei 15,000 abitanti, parafarmacisti, ecc? Disordine tipicamente Italiano.  Un siffatto provvedimento non  poteva rientrare nel Decreto Salva Italia. Ci rendiamo conto,   presidente Monti, presidente Napolitano? Vogliamo realmente trasmettere all'opinione pubblica che il male dell'Italia sono i farmacisti e che una maggiore spinta all'economia Italiana passa attraverso la vendita   di 3 o 4 molecole in più nelle parafarmacie? La cosa ancora più grave è   che gli interessi di qualcuno si insidiano in maniera subdola nelle   grandi manovre economiche e sono in grado di modificare importanti equilibri. (…) Tutelate  chi ha studiato anni per fare un concorso e vincere una sede, tutelate chi ha investito milioni di euro per il suo futuro, tutelate chi è   creditore a interessi zero della sanità Italiana, della spesa farmaceutica ospedaliera fuori controllo, di sistemi regionali al collasso, di sprechi e continue ruberie!  
E., inviata per e-mail


Solidarietà al collega di Udine
Mentre il collega a Udine sta attuando lo sciopero della fame non possiamo stare a guardare e mi rivolgo soprattutto ai giovani farmacisti come me, e come me pronti ad attuare qualsiasi tipo di protesta costruttiva al fine di essere ascoltati e di non vedere distrutta in toto la nostra professione perché domani non si dovrà
ambire ad ottenere la promozione come capi reparto Auchan ma vogliano essere professionisti nel nostro mondo che è stato, è e speriamo sarà sempre la farmacia!! Non è così che si rende moderno un sistema, così lo si distrugge e se solo i cittadini conoscessero meglio la questione altro che rivolta vedremmo. Bisogna batterci per rendere più snelli e veloci i concorsi e renderli più aperti a noi giovani, così si rende moderno un sistema che è uno dei migliori in Italia. Io mi auguro che queste parole non siano inutili e che prevalga il buon senso più che le
logiche di mercato che con il mondo del farmaco e quindi con la salute poco si addicono.
Antonio S., farmacista di Bari, inviata per e-mail
 

Discriminati i cittadini dei piccoli Comuni per tutelare i fatturati delle farmacie rurali
Ma è possibile che nessun giornale, nessuna notizia televisiva si soffermi a parlare del limite territoriale presente nell'art.32 riguardante la liberalizzazione dei farmaci di fascia C in parafarmacia (solo per comuni superiori a 15.000 abitanti)??....E tutte le altre parafarmacie nate nei Comuni compresi tra 3000 e 15.000 ch fine faranno?? Sono così DISCRIMINATE e messe da parte per qualsiasi miglioramento e progresso. Si parla tanto di tutelare il bene del cittadino ma allora dei cittadini di questi piccoli Comuni chi se ne occupa? In questo modo si tutelano solo i fatturati delle farmacie rurali che poi d'altra parte sono i più alti rispetto anche a quelli dei colleghi dei centri urbani. C'è anche da aggiungere che limitando la proposta di liberalizzazione ,ai soli comuni superiori a 15.000 abitanti, si va contro l'art.3 della Costituzione dove tutti i cittadini e sottolineo TUTTI sono UGUALI.
Spero che almeno Voi vi soffermiate ad approfondire questo punto tanto importante e sottovalutato da tanti.
Dott.ssa De Vito Antonella, inviata per e-mail
 

Per i cittadini i vantaggi saranno evidenti
Parlano tutti ma non lasciano parlare i cittadini. Parlano solo le associazioni di categoria che difendono i loro interessi ma non fanno parlare i fruitori del servizio. Orbene io sono un cittadino che sta seguendo il problema e dico questo: lasciate che la maggioranza presente in parlamento avvii la riforma perché i vantaggi per i cittadini saranno evidenti: ci saranno più punti vendita,si manterranno le garanzie perché le regole sono le stesse sia nelle farmacie che nelle parafarmacie, ci sarà veramente la farmacia sotto casa e molti neo farmacisti potranno diventare titolari mentre oggi la titolarità si eredita.
Bruno De santi, inviata per e-mail
 


Il Governo calpesta i sacrifici dei farmacisti
Si dovrebbe avere il coraggio di dire le cose come stanno:
1) per avere concorrenza il prezzo dovrebbe essere libero e sino a prova contraria il prezzo dei farmaci di fascia C sino ad oggi è stato stabilito per legge;
2) alla grande distribuzione e alle parafarmacie non interessa dare nessun servizio, ma interessa impossessarsi di un mercato senza aver mai fatto un concorso o aver acquistato una farmacia;
3) si parla tanto di equità, ma vorrei capire chi sta difendendo, a cominciare da Federfarma, tutti quei farmacisti che negli ultimi anni hanno acquistato una farmacia contraendo onerosi mutui, ipotecando tutti i loro beni, frutto di sacrifici di tante generazioni,e che saranno costretti a pagare, o a fallire, nonostante tutto? Volete liberalizzare? restituitemi il capitale investito. Non si cambiano le regole del gioco mentre si gioca (…)
Tra l'altro ricordo che negli anni 50 fecero la stessa cosa con l'occupazione delle terre e la confisca  delle stesse ad i proprietari di allora per regalarli a chi dopo li abbandonò. Cambiano i nomi dei partiti , ma restano le stesse idee. Alla faccia della giustizia e dell'equità.
Massimo Cocuzza, inviata per e-mail
 
 
Stanca di essere considerata una farmacista di serie B
Sono stanca di esser considerata una farmacista di serie B. Sono una ragazza laureata in CTF con ottimi voti da pochi anni e dopo un'esperienza in due farmacie una in Abruzzo e una in Lombardia come stagista, ho trovato lavoro come direttrice in una parafarmacia. Regolarmente pago le tasse all'Enpaf e all'Ordine dei farmacisti, mi tengo aggiornata con corsi ECM a pagamento, porto il camice bianco e il caduceo per riconoscimento, ricevo le vostre mail, qualcuna dall'ordine eppure nessuno di voi mi considera una farmacista.
Scioperi della fame, lettere di parlamentari, una mobilitazione di farmacisti europei per una questione davvero discriminante rivolta a i colleghi.
Quando in farmacia sono stati introdotti i test diagnostici nessun analista si è indignato, o ha serratato il laboratorio analisi nonostante si sia visto depauperato di un compito esclusivamente suo. Io vorrei solo svolgere ciò che mi compete, per quello che pago. Vorrei un'argomentazione dettagliata delle differenze tra un farmacista che lavora in parafarmacia e un farmacista di farmacia, vorrei sinceramente capire perché noi non possiamo vendere gli stessi farmaci che vendete voi.
Qualche differenza in questi anni l'ho trovata:
a) sono farmacista (questo in alcune farmacie è un optional visto che al banco ci sono anche persone senza una laurea) e se ci fossero più ispezioni come ci sono in parafarmacia starebbero più attenti;
b) vendo farmaci rispettando la legge. Le persone sono molto disorientate, non capiscono la differenza tra para e farmacia e spetta a noi "parafarmacisti" dire che alcuni farmaci non possono esser dati senza ricetta bianca o rossa.
c) non ho una generazione di farmacisti alle spalle.
E non dite che non state attaccando i vostri colleghi ma solo le GDO o la struttura in sé perché non è più credibile...la disuguaglianza si nota già dal fatto che gli Ordini non chiamano quando ci sono offerte di lavoro in parafarmacia e sui corsi ECM e su tante altre circolari.
Spero che questa lettera venga pubblicata: un'informazione è corretta se tutte le parti vengono ascoltate.
Monica, inviata per e-mail
 
 
Nuove farmacie all'asta per finanziare lo Stato
Si apriranno nuove farmacie, perchè concorsi , io non vi ho alcuna fiducia.
Vadano all'asta, invece di regali a privati "fortunati".
Un milione di euro allo stato per ogni nuova apertura.
Lo stesso per le parafarmacie, avranno la fascia C , ma paghino 200.00-300.00 euro di concessione governativa perchè regalare fatturato ai protetti di Bersani??
Nessun regalo ai privati, soldi allo Stato.
dott Marcello Dessi, inviata per e-mail

Migliorare il sistema senza liberalizzare
Questa liberalizzazione della fascia C è un insulto alla professionalità del farmacista. Invece di liberalizzare si dovrebbe far funzionare come si deve ciò che c' é già, facendo in modo che i concorsi a sedi farmaceutiche vengano banditi e svolti in tempi ragionevoli e non con i tempi attuali di molte Regioni (Piemonte, Sicilia, Basilicata >ecc.).
Bisognerebbe portare il quorum a 1 farmacia ogni 4000 abitanti in tutti i Comuni indipendentemente dalla popolazione, perché l'attuale distinzione tra Comuni sino 12500 abitanti e Comuni con popolazione superiore non ha assolutamente senso.
Per valorizzare la professionalità del farmacista e per non penalizzare eccessivamente i giovani, nei concorsi andrebbe valutato con maggior peso il punteggio
relativo alla prova attitudinale .Attualmente, in base al D.P.C.M. del 1994 ,il punteggio relativo ai titoli ha lo stesso peso del punteggio relativo alla prova attitudinale (massimo di 50 + massimo di 50).
Francesco, inviata per e-mail
 
13 dicembre 2011
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