5 luglio -
Riportare il medico, l’infermiere, tutto il personale sanitario al centro dell’agenda politica. Ad auspicarlo il presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato,
Pierpaolo Sileri, aprendo questa mattina a Roma i lavori della seconda giornata della tappa di luglio degli Stati Generali Fnomceo e intervenendo su contenzioso medico-paziente, carenza di medici e sistema Ecm.
Per Sileri i medici sono stati “deprivati della loro dignità”, e questo in diversi modi, “dal mancato rinnovo dei contratti al rapporto medico -paziente oggi molto lesionato e causa di non pochi problemi, anche di tipo legale”. Sileri ha quindi parlato della sua proposta di legge “per stabilire una camera di compensazione ed evitare che buona parte di queste denunce penali e civili, che poi sappiamo concludersi nel 95% dei casi con assoluzione, arrivino in tribunale. A questo scopo ogni contenzioso sarà prima valutato da un organismo così che solo i casi opportuni arrivino in tribunale. Si tratta di un percorso attraverso il quale sarà anche possibile recuperare un sano rapporto medico-paziente”.
Quanto al problema della carenza medici, per Sileri l’aumento di 8mila borse di specializzazione sono “un ottimo inizio, ma non sufficiente. Dobbiamo arrivare a quota 10 mila o superarla. Il sistema sanitario ha bisogno di specialisti e richiamare i medici in pensione non può essere la soluzione. E’ possibile senz’altro valutare la possibilità, su base volontaria, di ritardare la pensione di 2 o 3 anni, anche per poter ancora contare della competenza maturata dai medici negli anni. Ma proprio perché l’esperienza serve, e si traduce in qualità, occorre valutare attentamente l’apertura al lavoro degli specializzandi all’ultimo anno, misura percorribile solo a patto di garantire l’adeguata preparazione di questi specializzandi. Tenendo conto - ha evidenziato il senatore – che se aumenta il numero degli studenti, deve aumentare il numero di professori. Questo ha un costo, ma un costo che ha un ritorno in termini di qualità del servizio”.
Sileri ha poi manifestato la necessità di semplificare l’ingresso nel sistema dei medici stranieri che esercitano in Italia “da almeno 5 anni”, tenuto conto che “tanti già lavorano nel Ssn da tempo”.
Quanto all’Ecm, per il senatore va “rivisitato” in considerazione anche degli approfondimenti che ogni medico compie nel naturale svolgimento del proprio lavoro. “Quando un paziente si rivolge a noi, noi studiamo il suo caso, valutiamo il percorso da seguire, ci confrontiamo con altri colleghi, approfondiamo. Quello è aggiornamento e va trovato il modo di farlo rientrare nel computo dei crediti Ecm”.