17 novembre -
"La preintesa siglata conferma quello che avevamo già detto chiaramente, cioè che il momento di frizione avvenuto nel corso delle trattative altro non era che un normale passaggio che avvene nel corso di ogni trattativa sindacale”. Ad affermarlo è Alfonso Misasi, segretario nazionale di Federfarma, il sindacato dei titolari di farmacia fortemente criticato nei mesi scorsi al tavolo delle trattative per il rinnovo del contratto dei dipendenti delle farmacie private.
“Nei fatti - osserva infatti Misasi - la trattativa è andata avanti e mi sembra che sia accaduto con soddisfazione da entrambi le parti, anche con l’impegno di istituire un Osservatorio per meglio definire i requisiti professionali orientati ai nuovi servizi. Dovremo inoltre verificare se in sede di convenzione riusciremo a portare a casa qualcosa in più di cui dare conto anche ai nostri collaboratori”.
Per il segretario di Fedefarma, dunque, si tratta di un accordo “corretto” e che cerca di rispondere alle istanze dei collaboratori “nei confronti dei quali, voglio sottolineare, i farmacisti hanno grande stima e grande bisogno”. Il problema, secondo Misasi, è che la trattativa ha dovuto tener conto “di una situazione non più florida della farmacia, a causa anche delle manovre del Governo e a tutto quello che ne ha conseguito, che ha provocato un forte calo del reddito delle farmacie. Quello che è stato possibile fare per venire incontro alle richieste dei collaboratori è stato fatto, ma non possiamo fare più di quello che è compatibile con la gestione dei bilanci della farmacia”.
Una speranza, in questo senso, potrebbe derivare dalla farmacia dei servizi. “Se riusciremo a farla decollare, anche con un riconoscimento economico, sicuramente questo si riverbererà anche nei rapporti con i nostri collaboratori. Da parte nostra c’è l’impegno a fare di più”.