23 febbraio -
Per la Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani l’Assemblea delle rappresentanze delle professioni sanitarie svoltasi oggi sul tema del regionalismo differenziato rappresenta un momento di proposta e di collaborazione con le istituzioni, coerente con la funzione degli Ordini quali enti sussidiari dello Stato. “Il diritto alla salute, come diritto fondamentale della persona può essere realmente garantito solo in una logica di universalità, solidarietà ed equità” dice il presidente della FOFI, Andrea Mandelli.
“Nei suoi quarant’anni di vita, il Servizio Sanitario Nazionale ha svolto questo compito dimostrandosi un’eccellenza a livello internazionale; è innegabile però – e lo sosteniamo da tempo – che oggi è necessario un cambio di governance di tutto il sistema salute”. La sanità italiana è infatti presa nella morsa dell’invecchiamento della popolazione e dell’aumento della cronicità, da una parte, e dall’altra, dall’innovazione, sempre più costosa, in campo biomedico, il tutto nel quadro di una crisi economica di lunga durata. E uno dei primi effetti di questa situazione è il crescente divario , registrato da tutti gli studi più recenti, nell’accesso all’assistenza tra una Regione e l’altra. “Siamo profondamente convinti che il ruolo delle Regioni sia fondamentale nel garantire concretamente l’accesso alle prestazioni sanitarie, perché costituiscono il livello decisionale più vicino al cittadino, capace di cogliere le esigenze organizzative e le peculiarità anche epidemiologiche dei territori”, prosegue Mandelli.
“Tuttavia questa declinazione della tutela della salute trova un limite nell’applicazione dei LEA, il nucleo di diritti, essenziale e ineliminabile, che lo Stato deve garantire a tutti cittadini italiani a prescindere dall’area geografica di provenienza. Come farmacisti abbiamo sperimentato nel recente passato eccessi di discrezionalità: è il caso della distribuzione diretta dei medicinali che è stata applicata con rilevanti differenze tra una Regione e l’altra, con il risultato che in alcuni contesti i cittadini, anche per ottenere farmaci di uso comune, devono recarsi presso le strutture ospedaliere mentre in altri no. Non esattamente l’equo e uniforme accesso ai medicinali che sta alla base del servizio farmaceutico e costituisce un LEA”, aggiunge il presidente dei farmacisti italiani.
“Per la FOFI è necessario quindi raggiungere un equilibrio stabile tra garanzia di universalità ed equità su base solidaristica e un’autonomia regionale coniugata a una responsabilità politico-amministrativa e gestionale che contrasti sperperi ed inefficienze e sostenga modelli virtuosi. E siamo pronti alla massima collaborazione con il Ministero della salute e le Regioni per raggiungere questo obiettivo”, conclude il presidente della FOFI.