8 maggio -
Su quasi 280mila operatori che esercitano le cosiddette “professioni sanitarie non mediche”, e che ancora non hanno un proprio Albo professionale nonostante una legge del 2006 ne prevedesse l’istituzione, solo 129.400 sono abilitati. Per certe categorie gli abusivi sono addirittura il doppio, in alcuni casi addirittura il triplo dei regolari.
Una realtà, a dir poco sconcertante, denunciata dal Conaps (Coordinamento Nazionale Associazioni Professioni Sanitarie) che ha censito le professioni sanitarie non mediche più numerose (fisioterapisti, tecnici di laboratorio, igienisti dentali, dietisti, logopedisti, ecc.), analizzando la diffusione dell’abusivismo per un primo gruppo di nove profili professionali (vedi scheda a fondo pagina).
Dal censimento emerge che su 150mila operatori che si qualificano come fisioterapisti, ben 100mila (vale a dire 2 su 3) non possiedono in realtà il diploma di laurea o equivalente attestato formativo effettivamente abilitante alla professione di fisioterapista. Molti dei “falsi” fisioterapisti sono infatti laureati in Scienze Motorie, un diploma che abilita all’insegnamento dell’Educazione fisica nelle scuole ma certamente non dà titolo ad effettuare prestazioni sanitarie delicate come quelle del fisioterapista.
Su 40mila tecnici di laboratorio, ben 10mila sono abusivi e tra questi figurano anche numerosi infermieri, non titolati ad esercitare questa attività. Circa 10mila “nutrizionisti” si confondono tra i soli 3mila veri dietisti. I 1.200 podologi qualificati devono fare i conti con 6mila estetisti e similari che si spacciano per podologi senza avere l’abilitazione.
Insomma, il cittadino che si rivolge a uno di questi professionisti per ricevere una prestazione sanitaria, nella maggior parte dei casi, rischia di affidarsi, inconsapevolmente, alle mani di qualcuno che quella professione non potrebbe esercitare. E i dati presentati dal Conaps sono solo parziali. All’appello mancano infatti 8 profili professionali non ancora censiti nel dettaglio.
Quotidiano Sanità ha chiesto al presidente Conaps Antonio Bortone di spiegare le ragioni di questo “esercito di abusivi” (vedi l'approfondimento a fondo pagina). “Il problema è nell’assenza di un organismo di controllo”, ha risposto Bortone. “Oggi – sottolinea – abbiamo professioni sanitarie di serie A e di serie B. Quelle di serie A, come i medici e gli infermieri, hanno Ordini e Collegi. Quelle di serie B, pur avendo lo stesso status giuridico di professione sanitaria, autonoma, responsabile e titolata (riconosciuto dalla legge 43/2006), non fanno capo ad alcun organismo garante della categoria”. Eppure, continua il presidente Conaps, “i profili sanitari di cui facciamo parte sono riconosciuti dal ministero della Salute ed esercitano un’attività che è a tutti gli effetti rappresentativa del sistema sanitario. Purtroppo continua a venirci negata la possibilità di avere un Ordine che svolga un ruolo di sorveglianza e di garanzia, contrastando e punendo chi inganna i pazienti e i professionisti seri, usurpando competenze e qualifiche”. “Ma l’aspetto più delicato – conclude Bortone - è che i professionisti abusivi vincono la concorrenza praticando prezzi più bassi, ma a discapito della qualità delle prestazioni. Millantano titoli, a volte aulici e addirittura fantasiosi, catturando l’ingenuità e la carente conoscenza del cittadino”.
PROFESSIONI SANITARIE NON MEDICHE: IL FENOMENO DELL'ABUSIVISMO
Professione |
Professionisti abilitati |
Professionisti abusivi |
Fisioterapista |
50.000 |
oltre 100.000 |
Tecnico di laboratorio |
30.000 |
circa 10.000 |
Tecnico prevenzione |
30.000 |
circa 10.000 |
Logopedista |
9.000 |
circa 5.000 |
Dietista |
3.000 |
circa 10.000 |
Ortottista |
3.000 |
circa 4.000 |
Igienista Dentale |
2.200 |
circa 3.000 |
Podologo |
1.200 |
circa 6.000 |
Terapista occupazionale |
1.000 |
circa 2.000 |
Totale |
129.400 |
circa 150.000 |
Elaborazione “www.quotidianosanita.it” su dati Conaps - Coordinamento Nazionale Associazioni Professioni Sanitarie