Ad oggi già il 26% degli aventi diritto ha ricevuto la terza dose o il booster di vaccino contro il Covid. Attualmente l'offerta è rivolta agli over 60, residenti nelle Rsa, personale sanitario e fragili over 12. Non è però escluso che questa platea possa ulteriormente allargarsi già nelle prossime settimane. Il criterio, però, potrebbe non essere quello anagrafico ma verrebbero presi in considerazione altri fattori. A cominciare dall'esposizione al richio di contagio.
E proprio in questo senso tra le prime categorie alle quali potrebbe essere offerta un'ulteriore dose di richiamo c'è quella del personale scolastico. Questo innanzitutto perché una larga parte degli insegnanti è stata vaccinata nella prima parte della campagna vaccinale, quando il vaccino di AstraZeneca venne autorizzato in Italia dall’Aifa in via preferenziale per gli under 55. Parliamo quindi primi giorni di febbraio, ormai otto mesi fa. I sei mesi dalla seconda somministrazione scadono quindi per loro proprio in questi giorni. Il calo della protezione dei vaccini, soprattutto dall’infezione, si andrebbe dunque a configurare come un elemento di rischio per questi lavoratori. A questo va poi aggiunta la forte crescita dei contagi nella fascia d'età scolastica.
Nell’ultimo monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità, infatti, si segnala come nel periodo 11- 24 ottobre 2021 sono stati diagnosticati e segnalati per la fascia scolare 10.333 nuovi casi, di cui 84 ospedalizzati, 1 ricoverato in terapia intensiva e nessun deceduto. In particolare si è osservata un’incidenza più elevata nella popolazione di età inferiore ai 12 anni, attualmente non elegibile per la vaccinazione. Andando più nel dettaglio, il 47% dei casi è stato diagnosticato nella fascia d’età 6-11 anni, il 33% nella fascia 12-19 anni e solo il 13% e il 7% è stato diagnosticato, rispettivamente tra i 3 e i 5 anni e sotto i 3 anni.
Altra categoria alla quale potrebbe essere estesa la terza dose riguarda tutti coloro che nei mesi precedenti hanno ricevuto il vaccino monodose di Johnson & Johnson. Negli Stati Uniti la Fda ha già autorizzato un richiamo a distanza di “almeno” due mesi dalla prima vaccinazione. E’ probabile che anche l’Ema si adeguerà. Per la dose di richiamo si dovrebbe procedere con vaccinazione eterolga ricorrendo a Pfizer o Moderna visto che ormai da tempo l’Italia ha di fatto smesso di utilizzare sia Johnson & Johnson che AstraZeneca.
Resta poi in campo l'ipotesi di estendere la terza dose gradualmente a tutta la vaccinazione, sia per tenere a bada la curva epidemiologica, sia per il dichiarato intento del Governo di mantenere in piedi la struttura del Green pass. E in tal senso si dovrà quindi trovare il modo di estenderne la validità per tutti quei vaccinati che supereranno i 12 mesi di copertura.
G.R.