La proroga dell’intramoenia allargata al 31 ottobre decretata dal Ministro della Salute Balduzzi “era necessaria, ma basta focalizzarci sulle emergenze”. Parole del responsabile per la sanità dell’Udc, Claudio Gustavino che in questa intervista a Qs traccia anche la rotta da seguire: “la legge sull’intramoenia va cambiata perché si è dimostrata una legge difficile da applicare, ma occorre una politica sanitaria che detti le priorità”
Senatore Gustavino, come giudica la proroga dell’intramoenia decisa dal Ministro Balduzzi?
Credo che sull’intramoenia allargata non si possa tornare indietro, ma credo che la proroga sia stata un bene necessario, perché sarebbe stato impensabile che tutte le strutture riuscissero ad adeguarsi alle norme.
Ma sono tredici anni che si avanti a colpi di proroghe. C’è una via d’uscita?
L’istituto della libera professione intramoenia, dopo tredici anni applicato in modi difformi e incompleti merita un ripensamento. E, come si usa dire in questo tempo, qualche parola di verità.
Ovvero?
Innanzitutto occorre definire le priorità del SSN e bisogna farla finita di inseguire le emergenze. Prima di reperire e impegnare risorse per allestire studi medici dentro gli ospedali, per consentire un rispettabile esercizio della libera professione servirebbe una regia centrale che predisponesse un Piano Nazionale di Edilizia Ospedaliera, per esempio. Altrimenti tanto vale tornare indietro.
E poi?
Per quanto riguarda la gestione, ai direttori generali dovrebbe interessare esclusivamente quel che il professionista fa dentro la struttura, se corrisponde agli obiettivi e ai volumi di attività definiti, con effettive possibilità di verifica, controllo e sanzione, lasciando che fuori organizzi liberamente il proprio lavoro, di cui deve rendere conto all’Agenzia delle Entrate. Nello specifico bisogna poi riconoscere con onestà intellettuale che l’indennità di esclusività ha rappresentato innanzitutto un modo per avvicinare gli emolumenti dei medici ospedalieri italiani a quelli dei colleghi europei. Oggi se ne fa una conquista di civiltà ma la realtà è diversa e bisogna dirlo.
Crede che si arriverà ad una nuova proroga?
Non lo so, forse sarebbe stata meglio una proroga al 31 dicembre, ma a parte ciò siamo in attesa che il ministro entro ottobre possa fornirci un testo che modifichi una volta per tutte il regime. Molto per esempio si potrebbe fare attraverso l’ausilio delle tecnologie. In ogni caso, ripeto, dovremmo smetterla di preoccuparci solo di quello che riusciamo a controllare. Preoccupiamoci invece di ciò che realmente ci serve.
Un’ultima domanda sulla spending review. Sembra che la sanità sarà ancora colpita.
È ancora tutto in via di definizione ma credo che vi saranno interventi sui beni e servizi e sulla farmaceutica. Certo, bisognerà stare attenti perché non si può pensare di colpire questo comparto all’infinito.