"I numeri sono significativi anche per il personale scolastico. In questo momento, ci risulta che siamo all'85 per cento di persone che operano dentro le nostre scuole che hanno ricevuto almeno una prima dose. È un dato importante e sarebbe sbagliato far passare un messaggio che non riconosca che siamo di fronte a un dato robusto. Detto questo, è del tutto evidente che noi dobbiamo ancora lavorare, con grande insistenza e in stretta collaborazione con le regioni, perché questo 85 per cento non è omogeneo sul piano nazionale, ma fa riscontrare differenze molto significative, perché questo numero possa salire in modo ancora molto, molto alto".
Così il ministro della Salute
Roberto Speranza rispodendo oggi pomeriggio in aula alla Camera al question time di
Gabriele Toccafondi (IV).
Di seguito la risposta integrale del ministro Speranza.
"Grazie, Presidente. Grazie all'onorevole Toccafondi e al gruppo di Italia Viva per aver voluto concentrare l'attenzione su un tema che è particolarmente decisivo, cioè la ripresa del prossimo anno scolastico e la necessità a cui il Governo lavora, perché questa ripresa possa avvenire, naturalmente, in piena sicurezza e in presenza. L'arma fondamentale non può che essere la campagna di vaccinazione. Insistiamo che questo è il vero strumento che abbiamo per provare a metterci alle spalle questa fase così difficile. Le vaccinazioni hanno già prodotto un effetto: l'Italia, soltanto pochi mesi fa, aveva quasi 30.000 persone ricoverate in ospedale; a ieri sera, ne ha 1.128; avevamo quasi 3.800 persone in terapia intensiva e, oggi, ne abbiamo 157. Se questo è stato possibile, non è solo grazie, chiaramente, al comportamento attento di tante persone, ma soprattutto grazie alla campagna di vaccinazione e ai numeri che sono assolutamente significativi.
I numeri sono significativi anche per il personale scolastico. In questo momento, ci risulta che siamo all'85 per cento di persone che operano dentro le nostre scuole che hanno ricevuto almeno una prima dose. È un dato importante e sarebbe sbagliato far passare un messaggio che non riconosca che siamo di fronte a un dato robusto. Detto questo, è del tutto evidente che noi dobbiamo ancora lavorare, con grande insistenza e in stretta collaborazione con le regioni, perché questo 85 per cento non è omogeneo sul piano nazionale, ma fa riscontrare differenze molto significative, perché questo numero possa salire in modo ancora molto, molto alto.
Sull'obbligatorietà, che è tema delicato e di cui, naturalmente, anche il Parlamento dovrà occuparsi, voglio solo ricordare una cosa, cioè che noi siamo stati il primo Paese in Europa a disporre questa obbligatorietà per il personale sanitario. Oggi, leggiamo che altri Paesi, anche molto importanti, come, ad esempio, la Francia, si stanno avviando su un modello piuttosto simile al nostro; credo che questo segnali come quella decisione sia stata una decisione giusta e corretta".