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QS Edizioni - sabato 27 luglio 2024

Governo e Parlamento

Covid. Inmp: “In Italia sono oltre 700mila gli stranieri immigrati da Paesi extra UE che hanno diritto alla vaccinazione ma sono ‘invisibili’ alle piattaforme regionali per la prenotazione”

immagine 25 maggio - Il direttore sanitario dell'Istituto nazionale per la salute, le migrazioni e la povertà spiega che il problema è legato ai sistemi informatici di prenotazione, che richiedono documenti non in possesso di queste persone, non prevedendo invece una voce per il tesserino Stp (Stranieri temporaneamente presenti) o per l'Eni (Europeo non inscritto). Problemi anche per i senza fissa dimora. "È presente, quindi, un elemento di iniquità nell’accesso al servizio vaccinale che non riguarda, per fortuna, gli stranieri regolarmente presenti i quali sono spesso in possesso della tessera sanitaria".
In Italia sono attualmente presenti oltre 700mila immigrati da Paesi extra Ue ai quali è rilasciato il tesserino STP (Stranieri temporaneamente presenti), che garantisce l'accesso alle prestazioni sanitarie urgenti o essenziali tra cui le vaccinazioni.
 
L'STP – spiega Gianfranco Costanzo, direttore sanitario dell'Istituto Nazionale salute, migrazioni e povertà (INMP) - viene infatti rilasciato agli immigrati irregolari con più di tre mesi di presenza in Italia ma anche a chi ha fatto richiesta di asilo ma non ha ancora i documenti.
 
A questi immigrati si aggiungono anche i cittadini Ue che hanno un tesserino Eni (Europeo non inscritto) in ragione del proprio stato di indigenza.
 
In questo caso ultimo si tratta di persone regolarmente presenti in virtù del principio della libera circolazione delle persone in Europa, e sono varie migliaia.
 
Il problema – sottolinea Costanzo - è che le piattaforme regionali per le prenotazioni del vaccino COVID-19 non prevedono l'accesso in assenza del codice fiscale e del numero di tessera sanitaria. Dunque, pur avendo diritto alla vaccinazione, in pratica queste persone non possono accedervi.
 
In alcune Regioni poi, come ad esempio in Friuli Venezia Giulia, si prevede l'inserimento dello Spid, il codice di identità digitale e, in altre, del numero di telefono cellulare certificato.
 
Con tali livelli di accesso questa fasce di cittadini stranieri non in possesso di tessera sanitaria o altri codici richiesti non possono dunque prenotare la vaccinazione, pur avendone diritto, e nemmeno altre persone possono farlo a loro nome.
 
Al momento, solo la piattaforma informatica dell’Emilia-Romagna prevede l'inserimento dei codici Stp, Eni e permessi di soggiorno temporanei.
 
È presente, quindi, un elemento di iniquità nell’accesso al servizio vaccinale - aggiunge Costanzo - che non riguarda, per fortuna, gli stranieri regolarmente presenti i quali sono spesso in possesso della tessera sanitaria.
 
Il rischio - rimarca l'Inmp - è quello che si crei una bolla di persone non raggiungibili dai servizi sanitari pubblici e questo è un problema. Infatti - spiega Costanzo - se escludiamo fasce importanti di popolazione che vivono in Italia dalla possibilità di potersi vaccinare, da un lato esponiamo a maggior rischio la loro salute e dall'altro creiamo un rallentamento nel raggiungimento dell’immunità di comunità.
 
Tale situazione - sottolinea l'Istituto - è stata segnalata al ministero della Salute, che ha inviato una nota alle regioni, ma la situazione resta al momento irrisolta.
 
In generale, comunque le evidenze indicano che non c'è una differenza tra la circolazione del virus tra gli italiani e gli stranieri presenti nel nostro Paese.
 
Quanto agli immigrati giunti in Italia con gli ultimi sbarchi ci risulta che non ci siano elementi di preoccupazione in quanto l’incidenza dei positivi al virus SarsCoV2 tra queste persone è inferiore a quella della popolazione italiana.
 
Un elemento in linea con l'andamento epidemico in Africa - fa notare l'Inmp - dove l'incidenza appare inferiore rispetto agli altri continenti, anche se i motivi del fenomeno sono allo studio.
 
Una problematica analoga - spiega ancora l'Inmp - si pone anche per le persone senza fissa dimora le quali, non avendo una residenza, non hanno la documentazione richiesta ai fini della vaccinazione e possono essere raggiunti solo con iniziative vaccinali attive sul territorio, ma ci vorrebbe un sistema più omogeneo da parte di tutte le regioni.
 
Certamente, oltre alla possibilità di accedere alle piattaforme regionali di prenotazione - sottolinea l'Inmp - sono importanti le iniziative di medicina di prossimità, intraprese con la collaborazione del terzo settore, che servono anche per identificare e accompagnare tali persone presso le strutture vaccinali.
25 maggio 2021
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