La spesa per farmaci, vaccini, dispositivi medici e servizi acquistati dal Ssn è cresciuta tra il 2014 e il 2019 del 19,7% arrivando alla quota di 37,4 mld. Un dato che chiaramente risente dell’aumento della domanda di salute ma su cui è possibile intervenire per risparmiare senza per questo pregiudicare la qualità dei beni e servizi acquistati e l’assistenza. Anche perché permangono vistose differenze tra una Regione e l'altra per l'acquisto di dispositivi medici, farmaci o servizi che, se limate, potrebbero portare a risparmi che in alcuni casi arriverebbero fino al 35% rispetto alla spesa attuale.
È questo l’obiettivo del Laboratorio Nazionale Acquisti in Sanità (LAS), promosso dalla Direzione della Programmazione Sanitaria del Ministero della Salute e presentato il 23 aprile 2021 alle Regioni e ai soggetti aggregatori per favorire il confronto e l’apprendimento reciproco sulle performance di acquisto e consumo di beni e servizi in sanità.
Nello specifico sono stati analizzati i comportamenti di acquisto di dispositivi medici e servizi appaltati. In tutto sono stati analizzati otto voci di spesa:
- stent vascolari per i quali è ipotizzabile un risparmio su alcuni prodotti fino al 35%;
- protesi anca con potenziali risparmi tra il 21 e il 35%;
- pacemaker dove c'è la possibilità di un contenimento dei costi tra il 13 e il 25%;
- defribrillatori con potenziali risparmi tra il 14 e il 23%;
- settore della ristorazione con un differenziale di costi sul quale intervenire tra l'11 e il 17%;
- lavanderie che presentano differenze di costo superabili in misura variabile tra il 26 e il 33%;
- la pulizia degli ambienti e delle strutture dove si potrebbe risparmiare tra il 18 e il 23%;
- smaltimento dei rifiuti con un potenziale risparmi variabile tra il 18 e il 24%.
Considerando che il complesso di spesa nazionale per queste otto voci è valutato in 2,6 miliardi, solo su queste voci l'analisi del ministero della Salute porta a stimare un potenziale risparmio tra i 460 e i 633 milioni di euro in un anno.
“Non ci siamo limitati a verificare se si compra al prezzo più basso, ma abbiamo cercato evidenze anche sulle quantità consumate e sul mix di complessità dei prodotti effettivamente utilizzati”, spiega il Direttore generale della Programmazione del Ministero della Salute,
Andrea Urbani che motiva il perché è necessario il LAS: “Questo lavoro è fondamentale perché riqualificare la spesa, nella sua corretta interpretazione, significa cercare le inefficienze in termini di comportamenti di acquisto osservando e misurando le varianze su medesimi aggregati di spesa. Questa è la strada migliore per superare la cosiddetta ‘spesa storica’ e la logica dei tagli lineari”.
Ed è in questo contesto che è nata l’idea di istituire il Laboratorio Nazionale di Acquisti in Sanità. “Un ambiente istituzionale stabile per favorire la crescita comune, attraverso la condivisione di buone pratiche, con obiettivi di governance, di apprendimento istituzionale e di orientamento al valore”.
L’obiettivo, dunque, diventa non solo comprare al giusto prezzo ma acquistare ‘il giusto’ in funzione delle effettive esigenze dell’insieme dei pazienti. “Ciò – afferma Urbani - risponde all’esigenza di ottimizzare i costi e garantire al cittadino un’assistenza equa e un livello di qualità omogeneo, a parità di condizione, qualunque sia il posto in cui la cura viene erogata. Ultimo ma non meno importante, il confronto tra i comportamenti di acquisto nelle diverse realtà territoriali e a livello di singole aziende è stato illuminante rispetto alle potenzialità di risparmio, agli spazi di miglioramento che si aprono sia sul fronte dei prezzi sia su quello delle quantità e del mix di consumo”.
Il LAS si articola in quattro incontri l’anno. Dopo il primo incontro del 23 aprile, i prossimi appuntamenti sono già calendarizzati il 23 giugno 2021, il 29 settembre 2021 e il 12 gennaio 2022.
Luciano Fassari