“Per migliorare la qualità della sanità pubblica, quale indice del livello di civiltà di una nazione, bisognerà, in via prioritaria, valorizzare le risorse umane, finanziarie e strumentali che impattano sul funzionamento e finanziamento del Servizio sanitario nazionale, nella assoluta consapevolezza che le risorse destinate alla sanità non possono considerarsi come semplici spese quanto piuttosto un vero e proprio investimento per migliorare la qualità della vita delle persone”. Sono le parole del Ministro della Salute,
Roberto Speranza contenute nell’Atto d’indirizzo 2021 del Ministero che delinea il programma del Dicastero per quest’anno.
Ovviamente la pandemia domina la scienza e Speranza ricorda come essa “ha costituito una grave emergenza di salute pubblica per i cittadini, le società e le economie del mondo, mettendo a dura prova i sistemi sanitari dei paesi colpiti. Nella difficoltà assoluta di una situazione al di fuori di ogni ordinarietà, il nostro Servizio Sanitario Nazionale (SSN), improntato ai principi di universalità, uguaglianza ed equità, ha dimostrato capacità di reazione grazie alle misure adottate, progressivamente e tempestivamente, per contrastare l'evoluzione del contagio, per alleviare la pressione sugli ospedali e generare ulteriore capacità di assistenza. Infatti, nonostante la spesa sanitaria sia inferiore alla media dell'Unione Europea, il sistema sanitario italiano è sempre stato caratterizzato da servizi universali altamente specializzati e di buona qualità e in generale è riuscito a fornire un'assistenza accessibile”.
Ma il Ministro sottolinea che “la sfida, inedita e difficilissima, di limitare e controllare la diffusione del COVID-19, nemico non solo invisibile, ma anche molto forte e sconosciuto, richiede interventi per rafforzare il sistema sanitario nazionale, accrescendone la resilienza, cercando di superare la frammentazione nella governance del sistema stesso e ottimizzando il coordinamento tra autorità centrali e regionali”.
Ed ecco che Speranza elenca quali sono le priorità in agenda. In primo luogo, “occorrerà impegnarsi nella valorizzazione del capitale umano attraverso l’adozione di interventi che, in coerenza con i fabbisogni, favoriscano l’incremento del personale sanitario, anche a livello di assistenza territoriale, potenziando la formazione medico-specialistica e valorizzando gli specializzandi all’interno delle reti assistenziali”.
In relazione agli interventi infrastrutturali proseguirà “l’attuazione del programma pluriennale di investimenti in edilizia e tecnologie sanitarie per la riqualificazione del patrimonio edilizio e tecnologico pubblico sanitario. Con l’obiettivo di ammodernare la presa in carico del paziente e la sua gestione lungo tutto il percorso di cura sarà necessario potenziare gli investimenti in tecnologie, processi e digitalizzazione, applicando soluzioni innovative per agevolare il contatto tra medico e paziente, puntando ad una sanità di “prossimità””.
In questo senso si ritiene di “fondamentale importanza l’attivazione di un percorso di diffusione dell’utilizzo della tecnologia nell’ambito dei servizi sanitari basato sulla telemedicina e teleassistenza, sulle cartelle cliniche elettroniche, su piattaforme tecnologiche di intelligenza artificiale, sulla diagnostica point-of-care e sulle piattaforme per l’empowerment dei pazienti per l’educazione sanitaria dei cittadini”.
Inoltre, “il rafforzamento di strumenti analitici e quantitativi a supporto della programmazione sanitaria consentirà di avere a disposizione strumenti in grado di rilevare dati e informazioni utili ad una prevenzione e programmazione sanitaria tempestiva, anticipando nuovi scenari epidemiologici”.
Verrà, inoltre, “potenziato il nuovo sistema informativo sanitario che supporterà le Regioni e il Ministero della salute nell’esercizio delle loro competenze e adottata ogni azione necessaria a rendere più efficace e completo il fascicolo sanitario elettronico. Per garantire una sanità che risponda ai bisogni di assistenza e cura sarà di fondamentale importanza promuovere la ricerca sanitaria attraverso la quale sarà possibile ottenere innovative applicazioni cliniche, che offriranno ai pazienti nuove e più efficaci cure e percorsi assistenziali”.
In tema di politica farmaceutica “gli interventi da adottare riguarderanno lo sviluppo della riflessione già avviata sui tetti di spesa farmaceutica, e di un dialogo con Parlamento e associazioni di categoria per verificare l’attuazione della norma relativa all’ingresso delle società di capitali nella gestione delle farmacie”.
Inoltre, si interverrà “per rafforzare la filiera della salute, dall’industria farmaceutica ai dispositivi medici, adottando politiche sanitarie calibrate anche sulla base del loro impatto sulla struttura industriale (occupazione e produzione) e sulla capacità di attrarre investimenti. Sarà, infine, fondamentale adottare per il futuro una visione One Health che comprenda medicina umana, veterinaria e protezione dell’ambiente”.
Infatti, in quest’ottica sarà necessario puntare al “potenziamento del comparto veterinario, migliorando l’interazione professionale tra medici e veterinari, in quanto gran parte delle malattie infettive dell’uomo derivano dagli animali e, allo stato attuale, una percentuale elevata delle malattie infettive emergenti ha tale origine. In ultimo, nei prossimi anni il Paese sarà impegnato nell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza attraverso l’impiego delle risorse messe a disposizione dall’Unione Europea con il Next Generation EU per la realizzazione di riforme e investimenti orientati a rafforzare e potenziare sia il sistema ospedaliero che la rete dell’assistenza territoriale, valorizzando le risorse umane, strutturali, tecnologiche e digitali del Servizio Sanitario Nazionale e sviluppando la ricerca”.
La politica sanitaria del prossimo triennio, in termini di opportunità, vincoli ed in linea con il quadro strategico del nuovo patto della salute 2021-2022, andrà ad incidere sulle seguenti macroaree:
1. Accrescimento della capacità del sistema sanitario di erogare e promuovere interventi di prevenzione per la promozione della salute;
2. Rafforzamento del governo dei processi di innovazione scientifica e tecnologica;
3. Valorizzazione del ruolo del Paese nelle politiche sanitarie internazionali;
4. Consolidamento della natura universalistica del sistema sanitario attraverso una maggiore equità, qualità, efficienza e appropriatezza dell’assistenza sanitaria, anche promuovendo interventi di adeguamento dei Livelli essenziali di assistenza ai mutamenti della realtà;
5. Sviluppo del sistema informativo e statistico sanitario;
6. Ammodernamento della governance farmaceutica e dei dispositivi medici;
7. Promozione degli interventi per la salute pubblica veterinaria e per la sicurezza degli alimenti; 8. Sviluppo di politiche di comunicazione istituzionale;
9. Ammodernamento delle politiche per l’efficienza gestionale del Ministero della salute.