Covid. Nuovo Dpcm varrà fino a dopo Pasqua. Niente allentamenti e rimarrà il sistema a zone. Speranza: “Mantenere grande prudenza”. E sui vaccini: “Stop a proprietà esclusiva brevetti”
24 febbraio - Il Ministro della Salute in Parlamento anticipa i contenuti del nuovo Dpcm che entrerà in vigore il 6 marzo fino al 6 aprile e quindi al martedì dopo Pasquetta. In realtà dalle sue parole non ci dovrebbero essere stravolgimenti data la situazione dell’epidemia. “Rt si avvia a superare l’1. A causa delle varianti istituite 25 zone rosse in 5 regioni. Misure restrittive sono indispensabili”. E sui vaccini: “Produrli deve essere considerato un bene da mettere a disposizione di tutti i Paesi del mondo”. IL DISCORSO DI SPERANZA
“Allo stato delle cose è fondamentale mantenere un approccio di grande prudenza. Le principali nazioni europee, governate da maggioranze politiche e forze di diverso orientamento, hanno scelto dopo la prima ondata una linea comune di massimo rigore per arginare la diffusione della pandemia. L'Italia si muove nel solco di questa linea europea di prudenza, di cautela e di primato della difesa del diritto alla salute”. Così in Senato e poi alla Camera il Ministro della Salute, Roberto Speranza ha tracciato la rotta che il Governo intende perseguire col prossimo Dpcm che entrerà in vigore il 6 marzo fino al 6 aprile.
In sostanza il Ministro ha ribadito che non si procederà ad un allentamento delle misure e che si continuerà col sistema delle fasce a colori.
“Credo sarebbe un grave errore – ha detto - se all'improvviso, senza una chiara evidenza scientifica, non confortata da robuste analisi tecniche, affrontassimo in modo diverso dalle grandi nazioni a noi vicine la parte finale della lunga emergenza sanitaria che stiamo vivendo. È una pericolosa illusione immaginare di poter vincere una sfida globale come la pandemia senza una forte dimensione europea delle nostre iniziative, sul cui coordinamento internazionale dobbiamo continuare ad investire. Differenziare le misure sul piano regionale, legando le scelte a parametri scientifici, ci consente di agire in modo proporzionale alla effettiva situazione di contagio di ciascun territorio e ci ha permesso finora di non ricorrere ad altri lockdown generalizzati oltre a quello del marzo scorso”.
Il Ministro ha poi ricordato che “abbiamo le terapie intensive in cinque Regioni sopra la soglia critica del 30 per cento; mediamente, a livello nazionale sono occupate al 24 per cento, ma con forti variazioni da Regione a Regione, e negli ultimi giorni si consolida un aumento complessivo del numero delle persone ricoverate. L'Rt medio calcolato sui casi sintomatici nell'ultimo rilevamento è pari a 0,99, in crescita rispetto alla settimana precedente e con un limite superiore che supera l'1. Dieci Regioni hanno un Rt puntuale maggiore di 1, di cui nove anche nel limite inferiore, in aumento rispetto alla settimana precedente. Fuori da tecnicismi, questo significa che l'Rt si avvia, con le misure attualmente in vigore, a superare la soglia di 1”.
Speranza poi ha fatto il punto sulle varianti. “A seguito della comparsa delle varianti e in conseguenza dell'emergere di focolai caratterizzati da intensa attività virale, sono state implementate diverse di queste zone rosse o arancioni rafforzate, anche a livello sub-regionale. Proprio negli ultimi giorni, infatti, è stata segnalata, da parte di cinque Regioni, la necessità di 25 zone rosse, alcune decise a causa dell'insorgere di focolai epidemici dovuti a variante inglese, altre alla presenza di variante brasiliana o sudafricana. Tali misure restrittive sono indispensabili. Siamo consapevoli che esse comportano sacrifici, ma non vi è altra strada, in questo momento, per evitare un peggioramento del quadro epidemiologico”.
Il Ministro poi ha parlato dei ristori per le attività colpite. “C'è tutto l'impegno del Governo a promuovere congrui ristori per quelle attività economiche ed imprenditoriali, che stanno pagando a caro prezzo le misure di contenimento e di mitigazione. Questo, a mio avviso, deve valere per le ordinanze nazionali, da me firmate settimanalmente, che d'ora in avanti andranno in vigore a partire dal lunedì, come per quelle sub-regionali, assunte sotto la responsabilità degli amministratori territoriali”.
Speranza ha ovviamente trattato il tema dei vaccini dopo le riduzioni della consegna delle dosi che stentano a far prendere velocità alla campagna. “L'Italia non si rassegna alla riduzione delle dosi, che sulla base dei contratti siglati dalla Commissione europea definisce nel 13,46 per cento la quota di vaccini spettante al nostro Paese per ogni accordo sottoscritto. Con i vertici delle istituzioni comunitarie, d'intesa con le grandi Nazioni europee, stiamo esercitando il massimo di pressione nei confronti delle aziende produttrici affinché si trovino soluzioni necessarie al fine di aumentare la produzione dei vaccini”.
E in questo senso Speranza ha detto che “per affrontare e risolvere questo problema vanno perseguite tutte le soluzioni possibili, nessuna esclusa. Come hanno sostenuto prestigiose personalità della comunità scientifica, del mondo politico e religioso, dell'associazionismo e del volontariato, dinanzi ad un'emergenza sanitaria di queste dimensioni non regge l'idea di una proprietà esclusiva dei brevetti. Produrre vaccini deve essere considerato un bene da mettere a disposizione di tutti i Paesi del mondo, quelli ricchi e fortemente sviluppati e quelli maggiormente in difficoltà, con sistemi sanitari più fragili. Il vaccino deve essere effettivamente un bene comune, accessibile a tutte le donne e a tutti gli uomini della terra: un diritto di tutti e non un privilegio di pochi. La produzione di vaccini per miliardi di persone ha, come è del tutto evidente, messo a dura prova il sistema industriale di riferimento. Ci sono stati ritardi nella consegna delle dosi, che però saranno superati; ma la campagna vaccinale non si ferma, va avanti e, giorno dopo giorno, aumenterà la quota di cittadini immunizzati”
Speranza ha poi parlato del Comitato tecnico scientifico specificando come “tutto quello che può essere fatto per renderlo più agile e tempestivo, è sicuramente utile al nostro lavoro. Anche l'idea di una comunicazione più univoca e l'ipotesi di un portavoce è una proposta che può essere considerata positivamente”.