Domani
Mario Draghi svelerà le sue carte e tutti si attendono un segnale di svolta nella campagna di vaccinazione anti Covid.
E sì, perché, al di là della questione carenza vaccini che sembra in via di soluzione, prima o poi, al massimo da aprile, quando dovremmo avere dosi di vaccino a sufficienza, la campagna di vaccinazione di massa dovrebbe funzionare a pieno regime con centinaia di migliaia di persone da vaccinare al giorno tra prima e seconda dose.
Fino ad oggi sono infatti poco meno di 1,3 milioni gli italiani che hanno ricevuto le due dosi e ne mancano quindi all’appello circa 50 milioni (calcolando solo gli over 16 che potranno vaccinarsi stante le attuali indicazioni per età). Il che vuol dire 100milioni di iniezioni da fare e i conti sono molto semplici.
Se volessimo chiudere il programma entro il 31 dicembre, partendo da domani 17 febbraio dovremmo effettuare, tra prima e seconda dose, una media di circa 315mila iniezioni.
Se volessimo chiudere la partita (come fino a poco tempo fa si diceva) entro la fine di ottobre, il numero sale a 390mila al giorno e se addirittura si volesse terminare la campagna entro la fine di agosto ne servirebbero circa 512mila al giorno.
Numeri molto lontani dalla media fin qui registrata (56 mila iniezioni al giorno, tra prima e seconda dose, quelle effettuate per completare l'immunizzazione dei primi 1,3 milioni di italiani) che, per concretizzarsi, necessitano di piani dettagliati in termini di logistica e personale e prima ancora dell'informatizzazione necessaria per gestire prenotazioni e accesso di una tale massa di cittadini da vaccinare.
Tutto questo al momento ancora non c’è e non è ancora chiaro se dovrà essere Arcuri (o chi per lui) a programmare il tutto a livello nazionale o se saranno le singole Regioni a dover sbrogliare la matassa, con il rischio molto concreto di una campagna a macchia di leopardo.
Al di là di quello che dirà Draghi domani al Senato, quando illustrerà il suo programma sul quale chiedere la fiducia, questi sono i numeri reali con cui fare i conti e speriamo che presto qualcuno ci dica chi ha in mano la calcolatrice.
Cesare Fassari