“Siamo in un momento difficile, il Presidente ha ricordato la drammatica crisi sanitaria, con i suoi gravi effetti sulla vita delle persone, sull'economia, sulla società. La consapevolezza dell'emergenza richiede risposte all'altezza della situazione. Bisogna vincere la pandemia, completare la campagna vaccinale, rilanciare il Paese: sono le sfide che ci aspettano”. Sono queste le parole con cui
Mario Draghi al Quirinale ieri ha comunicato di aver accettato l’incarico di formare un nuovo Governo affidatogli dal Presidente della Repubblica,
Sergio Mattarella.
Parole che fanno intendere come l’emergenza Covid sarà inevitabilmente in cima all’agenda politica del nuovo Esecutivo, per cui oggi sono partite le prime consultazioni.
Per quanto riguarda il Piano vaccini il lavoro sarà tutto concentrato nell’accelerare la campagna che dopo una partenza sprint si è arenata sotto i colpi delle riduzioni dell’invio delle dosi da parte delle aziende, sull’impasse per la rimodulazione della road map (solo ieri c’è stato un segnale da Governo, commissario e Regioni) e sulla lentezza nel preparare la macchina quando in primavera arriverà il grosso delle dosi e si dovrà iniziare a vaccinare a tambur battente.
Sui vaccini si attendono poi anche risposte sul potenziamento delle produzioni, sia per averne di più a breve che per garantirsi l’autosufficienza per i mesi e gli anni a venire. E sul tema vaccini c’è infine da capire il destino del commissario per l’Emergenza
Domenico Arcuri che fino ad oggi ha gestito in prima persona la partita. Sul punto, nella ridda di voci, c’è anche chi pensa che potrà essere istituito un Ministero ad hoc per l’emergenza Covid. Una scelta quest’ultima però che cozza con la necessità di fare presto.
Ma non solo vaccini, potrebbe essere anche ridiscusso il sistema delle fasce a colori (il Dpcm scade il 5 marzo ndr.) che ha garantito il controllo (per ora) dell’epidemia ma oltre ad aver creato numerose polemiche tra Stato e Regioni con i ricorsi e scambi di accuse è parso lavorare come una fisarmonica tra aperture e chiusure che nei fatti disorientano cittadini e imprese. Senza considerare che i dati da un mese a questa parte mostrano come la discesa dell’epidemia forse abbia bisogno di una spinta in più per uscire dallo stallo dei circa 10 mila casi al giorno e dei 500 decessi ogni 24 ore.
È evidente che poi c’è il tema della Governance. In queste prime 24 ore di Draghi da presidente del Consiglio incaricato i rumors su chi sarà il prossimo Ministro della Salute impazzano. C’è chi propone di confermare il Ministro attuale,
Roberto Speranza, in nome della continuità anche se è evidente che la scelta del profilo che assumerà il Governo (se più tecnico o più politico) sarà decisiva. Speranza è attualmente leader di Leu e non sono in pochi a far notare che se fosse confermato lui non si vede perché non potrebbero/dovebbero entrare nel Gabinetto Draghi anche gli altri leader. Insomma, la partita è aperta.
E, per la cronaca, tra i nomi che impazzano per lo scranno di Lungotevere Ripa ci sono quelli della virologa
Ilaria Capua, del consigliere del Ministro Speranza,
Walter Ricciardi, dell'infettivologo
Massimo Galli, del presidente del Css,
Franco Locatelli, del virologo
Andrea Crisanti, del presidente dell’Iss
Silvio Brusaferro e
dell’ex Dg di Ema
Guido Rasi.
È evidente che è ancora presto e il gioco del lanciare i nomi per bruciarli è iniziato.
Infine c’è il tema del Recovery Plan dove non è escluso che si possa intervenire proprio sulle misure per la sanità che non hanno convinto del tutto gli addetti ai lavori sia sull'entità delle risorse che nel merito dei progetti.
Staremo a vedere nei prossimi giorni ma è chiaro che la Salute, se l’Esecutivo Draghi nascerà, sarà inevitabilmente in cima alle priorità del nuovo Governo.
Luciano Fassari