13 gennaio - Stop alla mobilità tra Regioni, anche se di area gialla. Verrà poi vietato l'asporto per i bar dopo le ore 18 al fine di evitare possibili assembramenti. Confermata anche l'indiscrezione circolata nei giorni scorsi circa l'istituzione di un'area, bianca, solo con incidenza sotto i 50 casi ogni 100mila abitanti, Rt sotto a 1 e una classificazione di rischio bassa. Queste le misure che confluiranno nel prossimo Dpcm all'esame del Governo e che entrerà in vigore dal prossimo 16 gennaio. Chiesta la proroga dello stato di emergenza al 30 aprile.
"Non c'è altra strada diversa dall'unità per affrontare l'emergenza sanitaria economica e civile più grande che abbiamo conosciuto dal dopoguerra. I dati ci dicono che l'Rt, calcolato sui casi sintomatici, è pari a 1,03 e l'incidenza di oltre 313 casi su 100mila. Ne consegue un drammatico mutamento dell'indice di rischio attribuito alle singole regioni: dodici regioni sono ad alto rischio, otto sono a rischio moderato, di cui due in progressione a rischio alto nelle prossime settimane, e una sola regione è in questo momento a rischio basso. Quando tutti i parametri peggiorano contemporaneamente, abbiamo l'obbligo di prendere nuove misure, proporzionali al rischio di una diffusione incontrollata dell'epidemia".
Così il ministro della Salute Roberto Speranza, intervenendo alle Camere sulle nuove misure contenute nel Dpcm che entrerà in vigore il prossimo 16 gennaio dopo l'approvazione attesa stasera in Consiglio dei Ministri, e sulla proroga dello stato di emergenza (leggi qui l'intervento integrale).
A causa del peggioramento di tutti i parametri, "il Governo ritiene inevitabile prima di tutto prorogare al 30 aprile lo stato di emergenza che scade il 31 di gennaio". Quanto alle misure previste nel prossimo Dpcm, si conferma l'indicazione a poter ricevere a casa massimo 2 persone non conviventi come già avvenuto durante le vacanze di Natale. Stop alla mobilità tra Regioni, anche se di area gialla. Verrà poi vietato l'asporto per i bar dopo le ore 18 al fine di evitare possibili assembramenti. Confermata anche l'indiscrezione circolata nei giorni scorsi circa l'istituzione di un'area, bianca, solo con incidenza sotto i 50 casi ogni 100mila abitanti, Rt sotto a 1 e una classificazione di rischio bassa.
Nell'area bianca, spiega Speranza, "le limitazioni saranno relative alle regole fondamentali del distanziamento e dell'utilizzo delle mascherine. È difficile che questa area possa scattare nel breve, ma iniziamo a indicare un percorso di speranza per i mesi a venire. Con lo stesso spirito è intenzione del Governo, in area gialla e nel rispetto di tutte le misure di distanziamento, riaprire i musei come luogo simbolico della cultura del nostro Paese".
Parlando dei vaccino, il ministro spiega: "Ora sappiamo che il Covid ha i mesi contati e con i vaccini sconfiggeremo questo virus. Però non abbiamo ancora vinto e non dobbiamo sbagliare la lettura di questa fase decisiva. Dobbiamo andare avanti cosi: zero polemiche e piena collaborazione istituzionale. Siamo solo all'inizio del nostro lavoro di vaccinazione. Questa campagna è una lunga e difficile maratona e non una gara di velocità e c'è ancora tantissimo da fare. Siamo pronti ad aumentare il numero di vaccinazioni da effettuare appena saranno autorizzati nuovi vaccini.Le opzioni sono per 250 milioni di dosi, il doppio di quello che serve". Ricordiamo che inizialmente, nel Piano vaccini, le dosi totali per l'Italia erano 202,5 milioni.
"In questo importante lavoro, come deciso dal Parlamento, saranno impegnate anche le nostre farmacie, che potranno mettere a disposizione spazi e professionalità capaci di rafforzare la nostra offerta vaccinale. In sintonia con il Piano nazionale vaccini - prosegue il ministro - le prime tappe della nostra campagna di vaccinazione sono chiare e definite: innanzitutto il personale sanitario, le Rsa e le persone dagli ottant'anni in su. Si tratta di oltre 6 milioni di persone, di cui più di 4 sono gli italiani sopra gli ottant'anni. Al termine di questa prima fase avremo raggiunto tre obiettivi molto importanti: primo, mettere in sicurezza il nostro personale sanitario, che ha pagato un prezzo altissimo anche in termini di vite umane e che è la nostra prima linea di questa battaglia; secondo, mettere in sicurezza i nostri ospedali e le nostre Rsa; terzo, difendere i nostri anziani, che sono stati quelli più duramente colpiti in termini di perdita di vite umane dal diffondersi di questa pandemia".
Annunciato poi, entro marzo, il via libera dell'Ema al vaccino Johnson&Johnson. E, come già noto, il 29 gennaio quello per il vaccino di Astrazeneca.
Quanto al possibile obbligo: "In un clima positivo di dialogo sono convinto che la stragrande maggioranza degli italiani deciderà di vaccinarsi senza ricorrere all'obbligo. Per il governo resta comunque fondamentale l'obiettivo dell'immunità di gregge che perseguiamo con ogni energia", conclude Speranza.