"Il Progetto Pilota per un programma di screening per il tumore polmonare integrato con la cessazione del fumo è partito nel dicembre 2019 ed ha già avuto una proroga di 6 mesi per la pandemia dovuta al Covid-19. Tuttavia, si è posta l'esigenza di un'ulteriore proroga di 6-9 mesi, perché le condizioni della pandemia nelle regioni in cui operano i Centri partecipanti (Firenze, Pisa, Milano e Torino) rendono difficile programmare l'apertura di nuovi ambulatori per reclutare circa 600 pazienti, così come previsto dal Progetto, a fine gennaio 2021, come previsto dalla proroga già approvata dal CCM".
Così la sottosegretaria alla Salute,
Sandra Zampa, rispondendo all'
interrogazione sul tema presentata in Commissione Affari Sociali da
Elena Carnevali (Pd).
Di seguito la risposta integrale della sottosegretaria Zampa:
"Il tumore del polmone è la prima causa di morte per tumore nella popolazione italiana. Nonostante l'incidenza della patologia stia calando nei maschi (ma è in aumento nelle donne), il numero di nuovi casi annui si mantiene molto elevato (oltre 40.000 casi).
I registri di popolazione riportano che la sopravvivenza a 5 anni è sostanzialmente ferma a un massimo del 17 per cento.
Nel 2011 sono stati pubblicati i risultati del National Lung Screening Trial (NLST) statunitense e, successivamente, di studi Europei, fra cui tre italiani (ITALUNG (Paci, E. et al. 2017), DANTE (Infante M. et al. 2015), MILD (Pastorino U. et al. 2019). Recentemente sono stati presentati i risultati del più importante trial randomizzato europeo (NELSON). Tutti questi trials hanno evidenziato l'efficacia del LDCT (TAC a spirale a bassa dose) nel ridurre la mortalità per tumore polmonare: le riduzioni osservate variano fra il 20 per cento e il 40 per cento.
Tali risultati, se da un lato danno una sufficiente certezza dell'efficacia di tale screening, dall'altro pongono rilevanti questioni su quale sia la migliore strategia di screening in termini di selezione della popolazione, modalità di approccio, percorso organizzativo, protocolli diagnostici, qualità delle strutture.
D'altra parte, è ben noto che la migliore strategia contro il cancro polmonare rimane la prevenzione primaria e, in particolare, la cessazione del fumo. Si ritiene, pertanto, che un programma di screening polmonare possa quindi esistere solo se integrato con i programmi di disassuefazione al fumo.
In base a tali considerazioni, il Centro Nazionale per la Prevenzione e il Controllo Malattie-CCM ha avviato un Progetto (dal titolo: Progetto Pilota per un programma di screening per il tumore polmonare integrato con la cessazione del fumo) che, in generale, intende acquisire tutti gli elementi organizzativi necessari per offrire alla popolazione un programma di screening per il cancro del polmone nei forti fumatori.
Più in dettaglio, gli obiettivi che il Progetto si propone di affrontare sono i seguenti:
- Definizione dei criteri di accesso allo screening per soggetti a rischio e modalità di identificazione della popolazione target; modelli di reclutamento e quantificazione del rischio;
- Modalità di integrazione del percorso di reclutamento dello screening con le offerte di prevenzione Primaria (cioè lotta al fumo);
- Definizione dei criteri di qualità tecnico-professionale ed organizzativa delle strutture che potranno erogare lo screening; percorso e qualità dei protocolli diagnostici;
- Validazione di un modello di doppia refertazione della TAC con seconda lettura a distanza, ed impiego di software capaci di fornire le dimensioni volumetriche delle lesioni eventualmente identificate;
- Sistema informativo, gestione immagini, qualità e performance dell'imaging;
- Raccolta e stoccaggio in Banche biologiche dei campioni (Biopsia Liquida/escreto);
- Analisi organizzativa, costi e «budget impact».
Il «Progetto Pilota per un programma di screening per il tumore polmonare integrato con la cessazione del fumo» è stato finanziato dal Ministero della salute negli ambiti del programma CCM 2019 – Azioni Centrali. Lo studio è partito nel dicembre 2019 ed ha già avuto una proroga di 6 mesi per la pandemia dovuta al COVID-19.
Tuttavia, si è posta l'esigenza di un'ulteriore proroga di 6-9 mesi, perché le condizioni della pandemia nelle regioni in cui operano i Centri partecipanti (Firenze, Pisa, Milano e Torino) rendono difficile programmare l'apertura di nuovi ambulatori per reclutare circa 600 pazienti, così come previsto dal Progetto, a fine gennaio 2021, come previsto dalla proroga già approvata dal CCM.
In particolare, la richiesta di proroga si sostanzia in due motivi che illustrano, nel contempo, alcuni effetti della pandemia sui programmi di screening:
1. Organizzare il percorso di screening per tumore del polmone, con effettuazione della TAC e dei percorsi per smettere di fumare tramite coinvolgimento dei Centri anti-fumo locali (a Pisa, Firenze, Milano e Torino), è estremamente difficile dal mese di ottobre 2020 perché i medici coinvolti nel Progetto, dai medici di medicina generale che sono chiamati a reclutare i pazienti, ai radiologi che devono effettuare la TAC, agli pneumologi che dovranno seguire i pazienti con eventuale TAC positiva, sono assorbiti dalla gestione della pandemia.
2. L'adesione da parte dei pazienti eleggibili per effettuare dal mese di gennaio 2021 i nuovi percorsi previsti dal Progetto nei 4 Centri sopra indicati, rischia di essere in effetti molto bassa, per via della incidenza della pandemia da COVID-19".
Elena Carnevali (Pd), replicando, si è dichiarata molto soddisfatta per la dettagliata risposta ricevuta, "che chiarisce le difficoltà incontrate nello sviluppo del progetto pilota per gli screening per il tumore polmonare a causa della pandemia in atto. Saluta, quindi, con favore la proroga di sei mesi disposta per tale progetto, suggerendo un ampliamento dei centri partecipanti, in particolar modo per quanto riguarda le regioni meridionali. Auspica che lo studio in corso possa essere sostenuto con adeguate risorse economiche, anche al fine di non perdere l'occasione rappresentata dalle iniziative di ricerca promosse a livello europeo".