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QS Edizioni - giovedì 21 novembre 2024

Governo e Parlamento

Covid. Arcuri: “Necessario raffreddare la curva o il sistema sanitario non reggerà. Bisogna muoversi il meno possibile. Abbiamo più di 10mila posti letto pronti in terapia intensiva”

immagine 29 ottobre - "È un altro mondo rispetto a marzo, ma l'indice Rt raddoppia ogni settimana, questa è la realtà". Per il commissario all'emergenza le scuole non sono un luogo di contagio, mentre "oggi sappiamo che la maggior parte dei contagi avviene in famiglia". Un appello anche ai medici di base, per curare il più possibile i malati in casa. Poi sulle terapie intensive: "Complessivamente i posti letto in terapia intensiva già attivati o attivabili in pochi giorni sono 10.337, poco meno dei 10.700 che avrebbero dovuto essere pronti alla fine dell'operazione di rafforzamento degli ospedali Covid da qui al 2022". LE SLIDE
"Siamo in un momento delicato, per certi versi drammatico. E' un altro mondo rispetto a marzo ma il virus è ancora tra noi. La progressione di Rt determina un raddoppio ogni settimana. Questa è la cruda e drammatica realtà dei numeri".
 
Così il commissario all'emergenza coronavirus, Domenico Arcuri, oggi in una lunga conferenze stampa dove sono state rimarcate le grandi differenze tra la prima e la seconda ondata.
 
Ma Arcuri è partio dai grandi numeri:
"Ieri sera nel mondo c'erano 44 milioni e 700mila contagiati: 1 cittadino ogni 179. E un decesso ogni 6.720 cittadini. Negli Stati Uniti c'è un contagiato ogni 17 abitanti e un deceduto ogni 526. In Europa un contagiato ogni 40 cittadini e un deceduto ogni 1.634 persone".
 
In Italia, "ci sono più di 616mila contagiati, di cui quasi 16mila in ospedale e 1.651 in terapia intensiva. Ma mal comune non significa mezzo gaudio, perché in Italia i contagi sono aumentati di 8 volte rispetto ad appena 21 giorni fa e l'indice Rt raddoppia ogni settimana, questa è la realtà", spiega il commissario.
 
Arcuri definisce però quello di oggi "un altro mondo" rispetto allo scorso marzo. "Il 21 marzo il 52% dei positivi si cura a casa, ieri il 94%. Quello stesso giorno il 41% dei positivi si trovava in ospedale, ieri solo il 5%, il 7% invece era in terapia intensiva, ieri appena lo 0,6%. Sempre in quel giorno erano stati fatti 26.000 tamponi, ieri 198.000, 8 volte in più. Prima il virus correva più forte di noi, colpiva e uccideva, ora lo intercettiamo. Prima c'era un esercito di asintomatici che non conoscevamo, oggi sappiamo che l'80% dei contagiati è asintomatico. Prima i luoghi con più contagi erano le Rsa, oggi sono le famiglie. Prima solo una parte dell'Italia era interessata dal virus, oggi tutto il paese, e sappiamo che l'Italia non è tutta uguale".
 
Questo però non significa che anche oggi non si sia in una condizione pericolosa. "Stiamo vivendo un altro dramma, solo 3 settimana fa i contagiati erano 3.777. Il virus si moltiplica e la sua crescita è impietosa. Ora fa meno danni ma, dobbiamo chiederci, fino a quando?". 
 
Da qui il monito di Arcuri: "Se non si raffredda la curva dei contagi, nessun sistema sanitario sarebbe capace di reggere. Se anche l'1% dei contagiati ogni giorno finisse in terapia intensiva, e i contagiati quel giorno fossero 50.000, ci sarebbero quotidianamente 500 nuovi posti occupati". Serve dunque "un nuovo patto di responsabilità ritrovata" con i cittadini perché se è vero che l'80% dei contagi avviene in famiglia, qualcuno il virus all'interno delle case lo porta".
 
E, per decongestionare gli ospedali, "non serve mandare nei nosocomi a titolo precauzionale chi ha un po' di febbre e basta. Queste persone devono essere curate il più possibile nelle loro case per alleggerire la pressione la pressione sugli ospedali", ha sottolineato Arcuri.
 
Promosse le scuole. Per il commissario "il virus circola assai di meno nelle scuole che nel resto del Paese. Il virus sovente entra nelle scuole, non esce da là. La scuola non risulta faccia crescere i contagi". E sulla decisione della Regione Puglia di chiuderle: "La decisione di Emiliano è ingiustificata, inopportuna e asintotica rispetto alle decisioni che solo 3 giorni fa il Governo ha inteso prendere".
 
Quanto al tracciamento, "abbiamo in animo di aumentare ad almeno 200mila la capacità quotidiana di tamponi e da lunedì faremo almeno altri 100mila test molecolari rapidi antigenici, quindi sarà possibile uno screening quotidiano di 300mila italiani. A marzo facevamo 26 mila tamponi al giorno, 12 volte di meno. Medici di base e pediatri di libera scelta dovranno aiutarci ancora di più di quanto hanno fatto finora somministrando i test - ha spiegato ancora -. Dobbiamo chiedergli di curare il più possibile a casa, dotandoli dei dispositivi di sicurezza adeguati. Dobbiamo a tutti i costi alleggerire la pressione sugli ospedali".
 
Arriviamo così alle terapie intensive. Per Arcuri non è stato raggiunto il livello di emergenza nelle rianimazioni: "Complessivamente i posti letto in terapia intensiva già attivati o attivabili in pochi giorni sono 10.337, poco meno dei 10.700 che avrebbero dovuto essere pronti alla fine dell'operazione di rafforzamento degli ospedali Covid. All'inizio dell'emergenza i posti letto in terapia intensiva erano 5.179: da allora ho inviato alle Regioni 3.303 ventilatori, cui da domani se ne aggiungeranno altri 1.849".
 
Questi i numeri attuali sulle terapie intensive.
- I posti letto di terapia intensiva già attivi al 28 ottobre sono 7.092.
- Sommando quelli attivabili arriviamo a 8.488.
- Ulteriori ventilatori nelle disponibilità del Commissario sono 1.849.
Il totale dei posti letto attivabili arriva così a 10.337.
 

 

 
Infine, il commissario si è tolto qualche sassolino dalle scarpe in merito alle polemiche sui ritardi negli avvii dei lavori per le nuove terapie intensive. "All'articolo 2, comma 4, del Dl Rilancio si spiega che le Regioni, già da maggio, potevano realizzare gli investimenti sugli ospedali avvalendosi di questa norma perché il commissario li avrebbe successivamente finanziati. Perché lamentarsi quindi dei ritardi se hanno presentato i piani a fine luglio? Tra l'altro, i piani presentati dalle Regioni per rafforzare gli ospedali prevedono mediamente un tempo di attuazione di 2 anni e 3 mesi. Quindi, se anche avessimo iniziato i lavori da fine luglio, avremmo concluso le opere a dicembre 2022", ha concluso Arcuri.
 
 
Giovanni Rodriquez
29 ottobre 2020
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