"Al 26 ottobre sono 188 i pazienti inseriti nello studio Tsunami". Lo studio, ricordiamo, punta a valutare l'uso del plasma dei guariti nel trattamento di malati Covid, con polmonite da Sars-Cov-2 e insufficienza respiratoria, in associazione con le terapie standard.
A fare il quadro dell'attuale situazione è stato questa mattina
Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di sanità, nel corso di un'audizione in Commissione Sanità del Senato sullo stato di avanzamento del trial randomizzato e controllato, avviato con il coordinamento nazionale di agenzia del farmaco Aifa e Iss.
"Lo studio - spiega Brusaferro - ha avuto un rallentamento in parte fortunatamente legato al fatto che durante i mesi estivi il numero di casi con indicazione per il trattamento è molto decresciuto. Pensiamo che con la situazione attuale si possa raggiungere la soglia definita in tempi più rapidi. Secondo il disegno del trial è previsto l'arruolamento di 474 pazienti. Attualmente sono 79 i centri clinici e 88 i centri trasfusionali coinvolti, distribuiti in 13 regioni".
Facendo poi il punto sull'attuale situazione epidemiologica del Paese, Brusaferro ha spiegato che l'epidemia "è ormai diffusa in tutto il Paese, non più localizzata. In queste settimane stiamo vivendo una crescita dell'incidenza di nuovi casi. L'indice di contagio Rt è superiore a 1 in tutte le Regioni, con alcune realtà anche significativamente sopra 1. Ci troviamo in questa situazione dopo un periodo estivo con numeri limitati e un periodo settembrino in lieve e progressivo aumento, che a ottobre ha avuto suo picco nelle ultime due settimane".
Come già ricordato ieri nel corso della
conferenza stampa al Ministero della Salute, il presidente dell'Iss è tornato a ribadire come "l'età mediana delle persone che contraggono l'infezione da Sars-Cov-2 oggi è intorno ai 40 anni, nel periodo di picco eravamo sui 60-70 anni, durante il periodo estivo è stata significativamente più bassa, intorno ai 30. Questo ci dice chi si ammala. E vediamo che l'incidenza per fascia d'età è molto elevata fino a 50 anni, anche fra 50 e 70 anni, ma è ancora fortunatamente limitata per gli over 70".
"E' importante individuare gli asintomatici con Sars-Cov-2, fondamentale continuare a tracciare i positivi, usare tutti gli sforzi per farlo e non mollare la presa. Individuare le persone portatrici del virus è la prima frontiera per contenere l'infezione - sottolinea - tracciare le persone venute a contatto stretto con i positivi è importante. Quando questa misura viene meno, perché il numero di casi è significativo, è particolarmente difficile poi poter far fronte. Se ci sono dieci persone da contattare si riesce, se sono mille diventa difficile.
Quindi, puntualizza Brusaferro, "un punto essenziale è tenere la curva dei nuovi contagi sotto una certa soglia, facendo in modo che le persone identificate come positive siano persone che possono essere facilmente individuate e si possano tracciare i loro contatti stretti. Questo si chiama contenimento. Se il numero di contagi è eccedente e non si può più fare, si adottano misure per ridurre il numero dei positivi sotto la soglia, con una fase di contenimento e mitigazione".
Poi sul ruolo dei più piccoli come `diffusori´ di Covid-19 "si sta ancora valutando - ha spiegato -. L'ipotesi è che i bambini possano contrarre meno l'infezione e, quindi, trasmetterla anche di meno, è solo un'ipotesi oggetto di studi che stanno ancora approfondendo questo tema. Si potrà mettere una parola definitiva nelle prossime settimane".
Sui test ha annunciato nei prossimi l'arrivo di "un documento specifico sul loro utilizzo. La realtà dei test oggi vede come golden standard il tampone molecolare. Adesso ci sono i test antigenici rapidi che hanno una performance buona e anche nei documenti ufficiali del ministero sono stati proposti per un utilizzo in determinati contesti. La ricerca tecnologica però è molto rapida e penso che nelle prossime settimane potremo disporre di ulteriori test ancora più facili da usare e questo tipo di test sicuramente sarà una grande agevolazione".
C'è poi il tema dell'appropriatezza. "Faccio l'esempio del contatto stretto di una persona positiva - ha proseguito -. Se questa persona scopre di essere positiva subito e se il contatto stretto viene a sapere il giorno dopo di questa positività e fa il test immediatamente, il risultato non è indicativo di un'infezione contratta da quella persona. Perché sappiamo che il tempo di incubazione è più lungo. Non a caso le raccomandazioni ministeriali indicano di rimanere in quarantena fino al decimo giorno e poi fare il test. C'è però su questo anche la preoccupazione delle persone che incide".
Infine, sugli anticorpi monoclonali: "La disponibilità di anticorpi monoclonali sarà uno strumento molto importante e potente nella lotta al Covid. C'è anche una produzione italiana, oltre a quella americana, che darà risultati nel prossimo anno - ha ricordato Brusaferro - Quando ne avremo la disponibilità, la possibilità di trattare pazienti con determinati livelli di gravità consentirà di avere delle prognosi molto più favorevoli".