"È indispensabile provare a ripensare e riorganizzare il nostro Servizio sanitario nazionale, la mia opinione è di non presentare un piano per l’emergenza ma un vero e proprio progetto di riforma e di investimenti per la sanità per il prossimo decennio".
Così, dopo l
'audizione dello scorso 10 settembre in Commissione Affari Sociali alla Camera, oggi il ministro della Salute
Roberto Speranza in audizione presso la Commissione Sanità del Senato sulle linee guida del Recovery Fund.
Anche in questa occasione Speranza ha ribadito come il Piano che si sta costruendo sia basato su 5 assi fondamentali: "Di questi assi, 3 sono verticali 2 sono trasversali. I tre assi verticali sono territorio e sanità di prossimità, il secondo è ospedali in rete, il terzo salute e ambiente. Poi ci sono gli assi trasversali: conoscenza per la salute e innovazione digitale per il Ssn".
"Il cuore della riforma che l’Italia vuole mettere in campo - ha spiegato - è quello di provare a superare le diseguaglianze che rendono il diritto alla prevenzione, alla cura, alla riabilitazione, un diritto non uguale per tutte e tutti gli individui. Un diritto quello alla salute che va garantito indipendentemente da ogni condizione di reddito, sociale, territoriale e anagrafica. Il nostro obiettivo sarà, dunque, quello di garantire sempre più un effettivo universalismo della nostra sanità pubblica per rimuovere gli ostacoli che si frappongono a tali obiettivi".
"Io vorrei che la parola chiave di questa riforma, la parola madre del Piano di investimenti, fosse la parola `prossimità´, cioè ricominciare a pensare e costruire un Servizio Sanitario Nazionale prossimo, vicino, capace di essere il più possibile nell'immediatezza delle esigenze del cittadino. Dovremmo passare da un modello organizzativo verticale che funziona per compartimenti stagni, pensate al tema della programmazione sanitaria per silos e tetti chiusi che è stata la caratteristica fondamentale degli ultimi 15 anni, ad una sanità circolare con un modello orizzontale che accompagna il cittadino durante tutto il corso della propria esistenza", ha aggiunto il ministro.
Sulla rete ospedaliera, si dovrà "promuovere un aggiornamento del DM 70, tema su cui c’è già un’intesa nell’ultimo Patto per la Salute e non più procrastinabile. Le linee guida del Recovery Fund ci chiedono, e ci consentono inoltre, di innovare le strutture sanitarie anche in una logica green".
E ancora, sulla capacità di attrarre investimenti, "dobbiamo porci l'obiettivo di attrarre una parte degli investimenti delle aziende farmaceutiche a livello mondiale. Il nostro Paese anche in questi mesi ha dimostrato di avere grandi potenzialità e si è dimostrato attrattivo per molte realtà internazionali. Le cifre sono imponenti, a noi risulta che nei prossimi cinque anni ci sarà qualcosa intorno ai 1000 miliardi di investimenti privati delle aziende farmaceutiche sulla ricerca e sullo sviluppo. E allora, credo che un Paese come il nostro, per le potenzialità che ha, deve porsi il tema di essere attrattivo. E questo lo possiamo fare con una serie di strumenti che stiamo provando ad individuare. La mia opinione è che dovremmo ragionare per sostenere la filiera industriale legata alla sanità".
Infine, sull’innovazione digitale, Speranza ha spiegato come "In un mondo che cambia velocemente, nell’era dei big data, dell’intelligenza artificiale è un imperativo pubblico ripensare alla sanità pubblica alla luce di questi straordinari cambiamenti. Tutti i progetti che presenteremo saranno caratterizzati da un elevato livello di innovazione tecnologica e digitale per curare meglio i pazienti in presenza o a distanza. La telemedicina e la teleassistenza rappresentano uno snodo fondamentale per garantire effettivamente l’assistenza domiciliare ai pazienti più fragili e per la presa in carico effettiva di persone che risiedono in territori disagiati, quali zone montane e aree interne".