È bagarre sull’apertura degli stati al pubblico. “Nel momento in cui si mantengono due metri di distanza, per sicurezza, si rispettano delle regole ben precise, si vietano gli abbracci, si utilizzano correttamente le mascherine e gli igienizzanti, credo che gradualmente - con attenzione e la più accorta gradualità - si potrà ragionare sull’ingresso per un maggior numero di tifosi negli stadi, sempre e comunque in percentuale alla capienza. Se penso allo stadio Olimpico di Roma, che può contenere fino a 80mila posti, si potrà pensare ad un ingresso fino a 20mila persone. Tutto questo però con il massimo rispetto delle regole e solo se è possibile aumentare la capienza con gradualità e precauzione rispetto al territorio”, ha detto il viceministro della Salute,
Pierpaolo Sileri su Radio 1.
Ma a stretto giro è arrivata la replica dell’Assessore alla Sanità della Regione Lazio,
Alessio D’Amato: “Ma siamo sicuri che priorità sia riaprire gli stadi con 25 mila spettatori? Mi sembra il modo più rapido per tornare a nuovi lockdown. Attorno a noi città europee stanno attuando o hanno attuato misure restrittive da Londra a Madrid a Parigi. Ci siamo già dimenticati gli effetti deleteri che ebbe la partita Atalanta-Valencia allo stadio Meazza di Milano? E’ una follia. Pensiamo invece a tenere aperte e difendere le scuole e le Università”.
Intanto domani la Stato-Regioni dovrebbe approvare delle nuove linee guida che prevedono tra l’altro che “il numero massimo di spettatori è determinato nella misura del 25% della capienza autorizzata per l’impianto”.