Dobbiamo “liberare le persone dalla quarantena. Cioè la persona è libera dalla quarantena grazie al tampone. Può essere accorciato il tempo di quarantena? Aspettiamo l’evidenza scientifica maturata in questi mesi. A quel punto potrebbe essere auspicabile fare un tampone a tempo zero, ovvero all’inizio e farne uno dopo 5-6 giorni, essendo il tempo d’incubazione mediana di 5 giorni. Se è negativo la persona è libera: in questo modo lo si è protetto e lo si ha messo in grado di tornare a lavorare. Quindi quarantena più breve, controllata da tamponi (rapidi) e siamo più liberi”. È quanto ha affermato il viceministro alla Salute,
Pierpaolo Sileri ieri a La7 su diMartedì.
Sileri ha parlato anche del sistema di sorveglianza: “È attivo e sta migliorando di giorno in giorno, con una quantità di tamponi in costante aumento. La sorveglianza si realizza grazie ad isolamento e tamponi, che devono essere triplicati o quadruplicati. La priorità ora è quella di incalzare le regioni ad accelerare i tempi di risposta sui tamponi. Il senso civico è la cosa più importante. Non bisogna pensare che sono gli altri a trasmetterti il virus ma pensare che tu stesso potresti essere il serbatoio del virus. Nella sorveglianza, se si hanno dei sintomi è importante rivolgersi al medico di famiglia. Sarà lui a dirti che procedura osservare. Rispetta gli altri con questo piccolo gesto”.
Rispetto alla scuola per Sileri “un problema importante è quello della coincidenza nel periodo invernale dell’influenza e il passaggio del coronavirus. Quello che succede nella scuola è sovrapponibile ad ogni ufficio, ad ogni ministero. È qui che dobbiamo fare lo sforzo maggiore, dare le risposte in fretta e di vitale importanza sarà il contact tracing. Perché si rischia di mandare in quarantena come medicina difensiva, per paura e maggiore precauzione soggetti che in quarantena non dovrebbero andare”.
Un battuta anche sull’app Immuni: “Penso sia stata troppo sottovalutata: è vero che se ti arriva il messaggio qualcuno potrebbe non dire io sono positivo e andare alla Asl. Per il resto, il pregiudizio iniziale come mancanza di libertà è errata. Immuni è la vera libertà. Immaginiamo se tutti avessero scaricato immuni. L’app dice esattamente chi è il vero contatto. La mancata segnalazione da parte di un positivo è un problema culturale.”