“Il Governo intende dare seguito alle misure a sostegno del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) adottate con i recenti provvedimenti attraverso un piano di investimenti e misure organizzative e di politica industriale di medio-lungo termine. L’obiettivo per l’SSN sarà di migliorare la qualità dell’assistenza, la capacità ricettiva degli ospedali compresi i letti di terapia intensiva, la tempestività di risposta alle patologie infettive emergenti gravate da alta morbilità e mortalità, nonché ad altre emergenze sanitarie”. È quanto si legge nella bozza di Programma nazionale Riforma del Governo che fa parte del Def 2020.
Ad anticipare alcuni punti era stato il Ministro della Salute,
Roberto Speranza che in un’intervista a
Repubblica ha dichiarato di star “lavorando da settimane a un piano straordinario di investimenti sul Servizio sanitario nazionale. Dobbiamo rafforzare i presidi territoriali, modernizzare le attrezzature ospedaliere e la strumentazione diagnostica per gli screening oncologici. Poi c'è l'edilizia sanitaria, la ricerca, la necessità di attrarre gli investimenti della farmaceutica, dobbiamo rafforzare la relazione tra salute e ambiente. Abbiamo bisogno di recuperare il ritardo che l'Italia ha sulla sanità digitale, usare meglio le nuove tecnologie, i big data, la rete”.
Ad oggi però non si sa né quante risorse verranno stanziate né soprattutto da dove verranno prese: Recovery Plan? Mes? Mercato?
Nell’attesa che il nodo si sciolga (sia nel Governo che nelle opposizioni le posizioni sono molto distanti) ecco però che il Programma nazionale di Riforma traccia la rotta.
Ecco le proposte in sintesi:
Personale.L’impegno del Governo in campo sanitario riguarderà innanzitutto il capitale umano, con l’adozione di interventi urgenti per incrementare il personale, anche a livello della sanità pubblica territoriale, in coerenza con i fabbisogni. Oltre alle misure varate durante la fase emergenziale, il Governo prevede di intervenire, da un lato, sui contratti statali di formazione medico-specialistica e sulla valorizzazione degli specializzandi all’interno delle reti assistenziali, anche per facilitare il loro inserimento nel mondo lavorativo e, dall’altro, sul completamento della riforma dell’assistenza territoriale già avviata, con la definizione di un nuovo ruolo per il medico di medicina generale, modificando anche il suo percorso di formazione e promuovendo l’utilizzo di tecnologie digitali. L’assistenza sul territorio sarà potenziata grazie all’apporto dell’infermiere di famiglia o di comunità.
Utilizzo del personale militare. La crisi pandemica ha evidenziato che anche le capacità sanitarie ed industriali del comparto Difesa possono svolgere un importante ruolo nella gestione delle emergenze sanitarie. Peraltro, oltre al supporto fornito al settore sanitario, le strutture produttive militari possono essere utilizzate per la predisposizione di materiali di utilità pubblica, per organizzare task force specialistiche, e per il supporto diretto alle imprese nella realizzazione straordinaria di apparecchiature e dispositivi che saranno fondamentali nella fase di riapertura delle attività.
Nuovo sistema Garanzia Lea. Il Governo intende utilizzare il nuovo sistema di garanzie, che ha terminato la fase sperimentale nel 2019, atto ad introdurre una nuova metodologia per il monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Lo strumento permetterà di valutare la miglior ripartizione regionale delle risorse del Fondo Sanitario Nazionale.
Edilizia sanitaria: fabbisogno di 32 mld. Da una ricognizione effettuata è emerso che il fabbisogno di interventi infrastrutturali in ambito sanitario è pari a 32 miliardi. Alla luce di questi dati, il Governo si è impegnato a portare avanti il programma pluriennale di investimenti in edilizia e tecnologie sanitarie per la riqualificazione del patrimonio edilizio e tecnologico pubblico e la realizzazione di residenze sanitarie assistenziali. Si tratta di investimenti necessari ad ammodernare le strutture sanitarie del Paese adeguandole ai migliori standard internazionali in tema di organizzazione per intensità di cure, di percorsi in emergenza e di confort alberghiero con importanti benefici sugli oneri correnti di gestione. Il rinnovamento strutturale degli assets del servizio sanitario rappresenterà inoltre l’occasione per allinearsi alle migliori pratiche internazionali, progettando, realizzando e gestendo gli interventi in coerenza con i protocolli di sostenibilità e di efficienza in materia di green economy.
Cure domiciliari e digitalizzazione. L’emergenza epidemica ha rappresentato una spinta per il Paese e per i singoli servizi sanitari regionali ad applicare soluzioni innovative basate sulla domiciliarizzazione del paziente anche mediante l’utilizzo di soluzioni di telemedicina e teleassistenza, app e mobile volte a garantire modalità innovative di contatto tra medico e paziente, ancor più necessarie per garantire la sicurezza e il distanziamento sociale. L’emergenza ha evidenziato di fatto l’esigenza di un passo diverso di policy, che dovrà sempre di più orientarsi sulla capacità di rendere le prestazioni sanitarie personalizzate e accessibili; in questo senso si ritiene di fondamentale importanza l’attivazione di un percorso di diffusione dell’utilizzo della tecnologia nell’ambito dei servizi sanitari in particolare:
- servizi di telemedicina e teleassistenza, da implementare in modo uniforme e omogeneo sul territorio nazionale, per garantire l’accesso rapido e tempestivo alle cure del paziente al domicilio;
- cartelle cliniche elettroniche a supporto dei medici di medicina generale e dei medici ospedalieri e ambulatoriali, per garantire la raccolta strutturata dei dati sulla continuità di cura del paziente;
- piattaforme tecnologiche di intelligenza artificiale, quali strumenti essenziali per raccogliere, analizzare e scambiare dati con operatori sanitari e pazienti;
- diagnostica point-of-care con sistemi di diagnosi rapida;
- piattaforme per l’empowerment dei pazienti per l’educazione sanitaria dei cittadini.
Intelligenza artificiale per la programmazione sanitaria. Il Governo ha in corso una progettualità per dotarsi di potenti strumenti previsionali che, anche attraverso l’utilizzo di strumenti di machine learning e intelligenza artificiale, siano in grado di elaborare modelli predittivi del fabbisogno di salute della popolazione e di simulare diversi scenari programmatici, anche di natura pandemica, per supportare le scelte di programmazione sanitaria e la corretta distribuzione delle risorse, rendendole maggiormente coerenti con gli scenari evolutivi di medio-lungo periodo e tutelando al contempo la sostenibilità del sistema. L’adozione di queste soluzioni innovative permetterà quindi di usufruire di strumenti in grado di rilevare dati e informazioni utili ad una prevenzione e programmazione sanitaria tempestiva, anticipando nuovi scenari epidemiologici. Il servizio sanitario diventerà maggiormente data driven confermando il percorso già avviato in materia di costruzione di modelli previsionali avanzati, in grado di correlare alle variabili prettamente cliniche anche fattori demografici, stili di vita e innovazione in ambito sanitario. Sarà inoltre necessario avviare un percorso di sensibilizzazione ed educazione alla digitalizzazione sanitaria, soprattutto in favore delle fasce di età più giovani, ad esempio attraverso campagne di formazione presso gli istituti scolastici, e per i cittadini/pazienti anziani.
Prevenzione sanitaria. La rilevazione dei costi delle prestazioni ospedaliere si colloca in un ampio processo di aggiornamento delle tariffe. Inoltre, riconoscendo il significativo legame tra politiche per la salute e politiche per l’ambiente, il Governo intende concentrare i propri sforzi sul tema della prevenzione, dedicando una particolare attenzione all’educazione sanitaria nei diversi ambiti in cui può essere realizzata.
Ricerca. La ricerca sanitaria è fondamentale per garantire una sanità che risponda ai bisogni di assistenza e cura. Tale attività di ricerca, prevalentemente clinica e traslazionale, è svolta dagli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS), ospedali di eccellenza a rilievo nazionale che effettuano prestazioni assistenziali di alta specialità. L’ecosistema degli IRCCS rappresenta lo strumento principale per la promozione, lo sviluppo e l’applicazione dell’innovazione in ambito sanitario e biomedico. La loro mission, infatti, è quella di trasformare i risultati ottenuti dalla ricerca in innovative applicazioni cliniche che garantiscano ai pazienti nuove e più efficaci cure e percorsi assistenziali (‘from bench to bedsides’), creando un ponte tra scienza e medicina, tra ricerca e cura. Tale ruolo è rafforzato dalla strutturazione tra gli IRCCS di Reti tematiche che mettono a fattor comune le risorse in termini di competenze scientifiche cliniche, sperimentali e biotecnologiche, di tecnologie avanzate, per ottimizzare l’impiego delle risorse e rafforzare la posizione italiana in Europa in termini di ricerca e cura nei diversi ambiti tematici. Ad oggi risultano costituite sei Reti tematiche: Alleanza Contro il Cancro (ACC), Rete Neuroscienze e Neuroriabilitazione (RIN), Rete Cardiologica, Rete IDEA - Rete Italiana salute dell’Età Evolutiva, Associazione Rete Aging e Rete Apparato Muscolo Scheletrico (RAMS).
Lo sviluppo delle attività delle Reti può rappresentare un valore aggiunto per il sistema salute nel complesso, oltre che per la ricerca sanitaria poiché, creando una piattaforma di centri di ricerca, raggruppati per macro-aree, di facile accesso ai cittadini/pazienti, permette di garantire una significativa massa critica e quindi di rispondere alle esigenze dei cittadini e dei pazienti, di conseguire una maggiore produttività scientifica e ottimizzare le performance della ricerca italiana anche nei bandi europei e internazionali.
Un aspetto importante delle strategie di sviluppo della ricerca sanitaria e in generale nel settore Scienze della Vita è promuovere il dialogo tra sistema pubblico della ricerca e imprese. Il modo di generare innovazione ha subito e sta subendo un profondo mutamento anche in considerazione della crescente necessità di integrare tecnologie e competenze di natura diversa: il processo innovativo tende sempre più a svilupparsi in rete, integrando le capacità innovativa di PMI, start-up, centri di ricerca pubblici e privati, e passando dalla R&S chiusa all’open innovation. In tale ottica appare necessario, per promuovere sinergie virtuose fra le istituzioni di ricerca e le realtà industriali, chiarire il quadro normativo e procedurale per rimuovere gli ostacoli all’interazione con il mondo dell’impresa. I risultati raggiunti si sostanziano in miglioramenti concreti dell’assistenza e dei servizi sanitari in un campo che richiede anche la valorizzazione del personale impiegato, riconoscendo la figura professionale del ricercatore nel SSN e arginando il deflusso verso l’estero dei soggetti formati in Italia in questo ambito.
Nuovo sistema informativo. Verrà, inoltre, potenziato il nuovo sistema informativo sanitario che supporterà le Regioni e il Ministero della Salute nell’esercizio delle loro competenze, completandolo con nuovi flussi relativi all’ambito dell’assistenza territoriale nonché incrementando la produzione statistica e la predisposizione di analisi integrate dei diversi ambiti assistenziali, anche per rendere più efficiente l’utilizzo delle risorse. Verrà, infine, adottata ogni azione necessaria a rendere più efficace e completo il fascicolo sanitario elettronico in coerenza con le finalità per cui è stato istituito, garantendo la protezione dei dati degli assistiti.
Rimodulazione tetti di spesa farmaceutica. Alcuni interventi riguarderanno, infine, la politica farmaceutica, come la revisione del prontuario farmaceutico nazionale, l’avvio di una riflessione sui tetti di spesa farmaceutica per una sua possibile rimodulazione, l’avvio di un dialogo con Parlamento e associazioni di categoria per verificare l’attuazione della norma relativa all’ingresso delle società di capitali nella gestione delle farmacie. La Legge di Bilancio per il 2020 ha dato maggiore impulso al progetto di ‘Farmacia dei servizi’, ideata nel 2009 come presidio sanitario sul territorio più vicino e accessibile ai cittadini e come unione tra la rete ospedaliera e quella territoriale. La crisi ha anche evidenziato la necessità di ripensare il sistema di approvvigionamento del materiale sanitario in termini di autonomia nazionale e la relativa classificazione dei beni stessi in ambito industriale.
L.F.