“Possono includere la parte della spesa pubblica destinata alla sanità direttamente o indirettamente legata all'impatto del Covid sul sistema, nel 2020 e nel 2021”. È quanto si legge nel formulario con cui sarà possibile accedere alla nuova linea di credito del Mes per le spese sanitarie fino al 2% del Pil (per l’Italia quindi circa 36-37 mld).
La pandemia da Covid 19 “ha cambiato le prospettive per l'economia europea e globale – si legge nel testo - ed è chiaro che una profonda recessione in Ue è inevitabile con un drastico crollo del Pil nel 2020 e una graduale, sebbene incompleta, ripresa nel 2021. Inoltre, la crisi ha fatto aumentare nettamente il peso sulla sanità, e la pressione sui conti pubblici e sui mercati finanziari. L'ampiezza del collasso nell'attività economica e la successiva ripresa dipenderà in modo cruciale dalle azioni sanitarie e dalle risposte economiche puntuali. Di conseguenza, tutti gli Stati e le istituzioni europee stanno prendendo azioni decisive per mitigare l'impatto della crisi, all'interno delle loro rispettive competenze”.
Nello specifico il documento si chiama `Response plan´, ed è composto di tre paragrafi. Il primo precisa che “la sola condizione per accedere alla linea di credito è che gli Stati che chiedono il sostegno si impegnano ad usarlo per sostenere il finanziamento dei costi diretti e indiretti di sanità, cura e prevenzione, legati alla crisi del COVID-19”.
Il secondo paragrafo definisce i contorni delle spese sanitarie coperte dagli aiuti, ma senza definirle nel dettaglio, mentre il terzo è ad uso degli Stati che chiederanno gli aiuti, perché è lì che vanno elencate tutte le spese da coprire. Una nota a margine aggiunge qualche elemento: valgono, tra le altre, la spesa per gli ospedali, centri di cura e riabilitativi, ambulatori, diagnostica, farmaceutici, prevenzione, amministrazione sanitaria, e cura a lungo termine.