Per la sanità sarebbe pronta una nuova iniezione di 2,5 miliardi di euro. Sarebbe questo l’ammontare di nuove risorse per il potenziamento del Ssn per affrontare la Fase 2 dell'emergenza da Coronavirus.
Nel piano messo a punto dal Ministero della Salute si prevedono circa 10 mila nuove assunzioni (di cui 5mila di personale infermieristico) dopo le oltre 20 mila già effettuate e la stabilizzazione di 14 mila letti, tra terapie e altri reparti, dedicati ai pazienti Covid che sono stati attivati in questi due mesi, in modo così da rafforzare la rete dei cosiddetti Covid Hospital che nei piani dovrebbero essere uno ogni milione di abitanti.
Le misure sono state consegnate al Mef e dovrebbero entrare nel prossimo Decreto Legge che il governo sta approntando (anche se nelle bozze circolate nelle ultime ore non ve n’è traccia). In ogni caso Speranza è in forte pressing anche perché una Fase 2 in sicurezza non potrà non prescindere da una sanità in grado di fronteggiare nuovi focolai.
Ma oltre a vedere quale sarà il destino di queste ulteriori stanziamenti sempre caldissima è la questione dei fondi del Mes. Ricordiamo che in ballo ci sono circa 37 miliardi (prestiti a tasso agevolato con la garanzia di tutti i Paesi Ue) per la sanità. Il dibattito politico in queste settimane è asprissimo, da un lato ci sono Pd, Iv, Leu e Forza Italia che premono perché l’Italia utilizzi questi fondi. Dall’altro il M5S nel Governo e Lega e Fratelli d’Italia nelle opposizioni vedono il Mes come fumo negli occhi perché lo strumento potrebbe poi vincolare il Paese a sottostare ad un controllo diretto di Bruxelles con modalità analoghe a quanto successo in Grecia.
La partita è tutta da giocare (manca ancora il disciplinare tecnico sul Mes) ma è chiaro che se l’Italia dovesse accedere a queste risorse si potrebbe una volta per tutte rimettere mano alla nostra sanità e fare tutte quelle cose che in questi anni per penuria di euro si sono sempre annunciate ma mai realizzate.
L.F