Fiaso ha espresso apprezzamento per il Ddl sulla sicurezza dei professionisti sanitari che prevede, tra l’altro, l’istituzione di un Osservatorio nazionale per il monitoraggio degli episodi di violenza nei luoghi di cura e l’introduzione di un’aggravante specifica per gli autori delle aggressioni, con la modifica dell’art. 61 del codice penale.
Ma ritiene che per limitare i rischi di violenza nei luoghi di cura si rendano necessarie ulteriori misure, come: il ripensamento dei luoghi nei quali i professionisti si ritrovano ad operare maggiormente isolati e soggetti a rischio di aggressioni, come i presidi di continuità assistenziale; l’adeguamento delle risorse umane nei luoghi più esposti a rischio, come i grandi Pronto soccorso e i Pronto soccorso di periferia; la limitazione del ricorso inappropriato ai servizi di emergenza-urgenza attraverso l’uso della telemedicina e dell’assistenza domiciliare; l’installazione di dispositivi di video-sorveglianza all’interno delle Aziende; l’emanazione, in attesa dell’approvazione del Ddl, di una direttiva da parte del Ministero dell’Interno che preveda un intervento più stringente e coordinato delle forze di polizia nei confronti dei responsabili degli atti di violenza.
Le valutazioni e proposte di Fiaso, la Federazione di Asl e Ospedali, sono state esposte dal vicepresidente
Giovanni Migliore e dal direttore
Nicola Pinelli nel corso dell’audizione che si è svolta oggi presso le Commissioni congiunte Affari sociali e Giustizia della Camera dei Deputati sul Ddl n. 2117 in tema di tutela della sicurezza degli operatori sanitari e socio-sanitari nell’esercizio delle loro funzioni.
“Fiaso condivide pienamente l’analisi e lo spirito che hanno condotto il legislatore a promuovere il Ddl. La Federazione è impegnata da tempo nel richiamare l’attenzione su questa criticità, che rischia di mettere in discussione la serenità dei nostri operatori più esposti, monitorando il fenomeno e formulando proposte di intervento”, ha dichiarato il vicepresidente della Federazione Giovanni Migliore.
“La violenza nei confronti degli operatori sanitari mette a rischio un diritto costituzionalmente garantito, la tutela della salute, che le Aziende si impegnano ad assicurare ogni giorno a milioni di cittadini. Le Asl – ha concluso Migliore - si stanno dotando, progressivamente, di protocolli di comportamento rigorosi e di task force multidisciplinari, che puntano a mettere in sicurezza i luoghi di lavoro e a prevenire, per quanto possibile, gli episodi di violenza nei confronti degli operatori, oltre che garantire supporto psicologico e legale ai dipendenti vittime di episodi di questo genere. Gli effetti di queste misure e di quelle previste dal Ddl in discussione alla Camera, dopo l’approvazione da parte del Parlamento, garantiranno agli operatori sanitari l’esercizio della loro professione all’interno di luoghi più sicuri, contribuendo al rispetto dei diritti di questi lavoratori e alla tutela del diritto alla salute”.
Fra le proposte della Federazione, anche il lancio di iniziative di comunicazione pubblica sul fenomeno delle aggressioni, che mirano a coinvolgere e sensibilizzare i cittadini sul valore del lavoro dei professionisti sanitari per la tutela del bene salute, nella convinzione che si debba intervenire su più fronti e aumentare la consapevolezza della opinione pubblica su un tema così rilevante per la vita delle strutture sanitarie.