Oggi, giovedì 12 dicembre, a piazza Santi Apostoli, la Cisl Medici è al centro dell'iniziativa unitarua di Cgil, Cisl e Uil, nella quale si richiede il rinnovo dei contratti pubblici e privati, le assunzioni nella pubblica amministrazione, nella sanità, nei comparti dell'istruzione, dell'università e della ricerca e la stabilizzazione del precariato.
Nella prima giornata della manifestazione era confluita anche la protesta dei lavoratori metalmeccanici dell'ex Ilva. Ci sono stati gli interventi di sei delegati aziendali (Almaviva, Alitalia, Mercatone-Conad, Ilva, indotto Ilva, settore edile) e dei Segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Landini, Furlan e Barbagallo. “Gli accordi non sono carta straccia - ha dichiarato
Annamaria Furlan che ha inviato “un messaggio chiaro al governo e alla politica: basta mettere le imprese al centro delle liti interne ai partiti e alla maggioranza. Ci vuole serietà in queste cose, quella che finora è sempre mancata”.
“Fino a che non cambiano le cose - ha continuato il Segretario della Cisl - torneremo in piazza. Non siamo cambiati e non sono cambiate le esigenze dei lavoratori: i bisogni sono sempre gli stessi perché da un anno nulla è cambiato. Serve lavoro. E non ci basta che siano cambiati i modi: non abbiamo bisogno di gentilezza, ma di risposte”.
“Quanto è stato stanziato in questa legge di Bilancio non è sufficiente per fare i contratti di dipendenza poiché non possono soddisfare l'esigenza dei medici. E' necessario ridiscutere un adeguato finanziamento che consenta di coprire i contratti per il triennio 2019/2021. Questa legge è incompleta, non fornisce le soluzioni del problema”. Ha dichiarato oggi il Segretario Generale della Cisl Medici,
Biagio Papotto.
Nei giorni scorsi, la Cisl Medici è stata ricevuta a Palazzo Vidoni dove ha chiesto di presidiare la situazione della sanità nel duplice riferimento ai destinatari dei servizi e a coloro che operano nel sistema dell’offerta dei servizi stessi: le lavoratrici e i lavoratori, rappresentati dal sindacato della Cisl Medici, che puntualmente invece passano in secondo piano in un contorto ed errato immaginario collettivo.
“La continua riduzione dei finanziamenti necessari al SSN ha spesso costretto i lavoratori e le lavoratrici a operare in contesti organizzativi inadatti e carenti – ha detto il Segretario Papotto -. Gli stessi dipendenti – ha precisato il Segretario – che erano stati per anni additati con pervicace accanimento e incomprensibile malanimo dagli stessi agenti politici di governo come “fannulloni” e sudditi dei quali diffidare, anziché come risorse da valorizzare al fine di garantire un SSN ancora oggi, nonostante tutto, tra i migliori al mondo. Si è così ingenerato, sovente, discredito sul lavoro pubblico, implementando i casi di minacce e violenze subite dai lavoratori a maggior contatto con l’utenza, non solo nella sanità ma soprattutto nella sanità. Percorrere una via comune fra sindacato e istituzioni è una scelta essenziale”.
Poi Papotto ha dato dei suggerimenti chiari, preoccupato per il SSN e per i suoi medici: “E' necessario apportare dei cambiamenti immediati riguardo i rinnovi contrattuali, le relazioni sindacali partecipative e l'adeguamento della normativa lavoristica pubblica che individui soluzioni per far sì che il trattamento dei lavoratori pubblici e privati sia omogeneo (adeguamento normativo TFR/TFS, orari per le visite mediche, ecc.), solo così si può offrire un servizio migliore, ripensando il lavoratore pubblico come una risorsa e non come un peso. La sicurezza sul lavoro, anch'essa è una priorità, i medici hanno diritto ad andare a lavoro senza temere di essere aggrediti mentre svolgono le loro funzioni, per il cittadino e non contro il cittadino. Basta aggressioni, bisogna trovare soluzioni efficaci, come la certezza delle pene per chi aggredisce un medico. Tre aggressioni al giorno denunciate, molte altre nemmeno evidenziate. Non può essere pericoloso fare il medico tanto quando andare al fronte”.
Riguardo alla carenza dei medici specialisti, il Segretario Papotto ha ricordato: “L'ondata dei pensionamenti è solo una delle cause, ma la meno preoccupante. C'è un reale problema di rimpiazzo, poiché non bilanciato da nuove assunzioni. Il problema del numero delle borse di studio, aumentato, ne abbiamo preso atto, ma non a sufficienza da soddisfare il reale bisogno e coprire il problema gravissimo che si è creato, specialmente in alcuni settori di specializzazione quali la pediatria, la chirurgia, la ginecologia, la medicina di base, l'ortopedia. Ci aspettiamo un ulteriore sforzo perchè c'è ancora tanta strada da fare prima di essere davvero contenti quando si parla di questo argomento, di cui tutti al minimo progresso si appropriano dicendo di aver fatto la loro parte. In realtà il cammino è ancora lungo, tanti giovani laureati restano ancora fuori dalla scuola di specializzazione dopo essersi laureati e nei nostri ospedali continueranno a mancare un numero esagerato di professionisti nei prossimi anni”.
Papotto ha continuato dicendo: “Apprezziamo, naturalmente, lo sforzo di superare il blocco del turn-over e quello di individuare professionalità prioritarie da assumere, anche in rapporto alle singole realtà, ma crediamo che sia imprescindibile ormai andare oltre il semplice “replacement”. Il saldo tra le uscite anche alla luce della cd. “quota 100” e i nuovi ingressi sarebbe comunque insufficiente.Relativamente al processo di reclutamento si dovrà tener conto delle attuali carenze delle dotazioni organiche di fatto, affrontando inoltre seriamente la questione annosa del superamento del precariato”.
Per ciò che attiene la leva formativa, il Segretario ha precisato: “Ci sembra importante sollecitare risorse per la formazione dei lavoratori pubblici. Condividiamo l’impostazione dell’accelerazione del piano di assunzioni, ma si tratta di modificare profondamente le competenze richieste ai futuri medici e professionisti del SSN, da valutare in fase di concorso e poi da accompagnare con il sostegno finanziario di un piano permanente di formazione continua che contribuisca al progressivo e permanente aggiornamento del personale rispetto alle funzioni e al ruolo svolto, evitando al contempo le spinte emozionali ed emergenziali, cioè come già accennato predisponendo accurate stime, previsioni, e piani di recupero degli squilibri in atto in tutti gli organici. Senza queste misure il piano assunzionale non riuscirà ad espletare tutte le potenzialità innovative che si richiedono a un servizio sanitario che accompagni il sistema Paese in un rinnovato sentiero di crescita e di sviluppo”.