"Bene che siano contemplati in manovra più giorni per il congedo di paternità, passare l'anno prossimo dai cinque giorni, previsti nella passata legge di Bilancio, a sette è sicuramente un passo avanti concreto che denota attenzione per la famiglia. Ma sarebbe ora, finalmente, di dare questa opportunità anche ai lavoratori del pubblico impiego". Lo afferma, in una nota, il segretario nazionale del Nursind infermieri
Andrea Bottega.
"Non si tratta, infatti, di sanare una disparità di trattamento, dal momento che per il pubblico impiego tale strumento non esiste, ma di colmare letteralmente una lacuna. Già nel 2013 la Funzione pubblica - spiega il sindacalista - aveva chiarito che il diritto al congedo per i padri, contemplato nella riforma del lavoro, non si applica direttamente alle pubbliche amministrazioni ma necessita di un recepimento da parte del ministro. Da allora, però, sono trascorsi ben sei anni e nessun inquilino di palazzo Vidoni ha preso in mano il dossier".
Di qui, l'invito del Nursind al ministro per la Pa Fabiana Dadone "a raccogliere questa istanza, dimostrando una sensibilità mancata fino a ora: le famiglie e i figli di lavoratori pubblici e privati sono uguali. E' un'ovvietà, ma è il momento di dimostralo coi fatti".