"Sanare un’ingiusta disparità di trattamento in modo tale da facilitare l’autosufficienza e l’integrazione di tutti i soggetti portatori di handicap che soffrono di gravi patologie invalidanti, agevolando la fruizione dei servizi internet tramite l’equiparazione agli altri sussidi informatici per i quali è prevista l’applicazione dell’Iva al 4 per cento".
Questa la richiesta rivolta ai ministri della Famiglia e Disabilità, e dell'Economia, contenuta nell'interrogazione a prima firma
Andrea Mandelli (FI).
Nel testo si spiega come, infatti come il decreto emanato dal Ministero dell’economia e delle finanze in data 14 marzo 1998 abbia stabilito le condizioni e le modalità alle quali è subordinata l’applicazione dell’aliquota Iva ridotta al 4 per cento, ai sussidi tecnici ed informatici rivolti a facilitare l’autosufficienza e l’integrazione dei soggetti portatori di handicap, "non considerando però il collegamento internet ancora poco utilizzato all’epoca dell’emanazione".
L’utilizzo di internet, si spiega nell'interrogazione, "facilita: 1) la comunicazione interpersonale; 2) il controllo dell’ambiente (tutti i servizi di domotica e i nuovi 'assistenti vocali', di noti marchi, hanno alle spalle infrastrutture che rendono obbligatoria la presenza di un collegamento internet); 3) l’accesso alla informazione e alla cultura".
"Nonostante il collegamento ad internet possa essere tranquillamente considerato un sussidio tecnico ed informatico (ai sensi della legge 28 febbraio 1997, n. 30 e del decreto del Ministero delle finanze – 14 marzo 1998), proprio il decreto 14 marzo 1998, poiché poco aggiornato, impedisce l’applicazione dell’Iva al 4 per cento". Da qui la richiesta di intervento indirizzata ai due Ministeri competenti.