“Non basta valutare l’impatto ambientale di un’opera se non viene valutato anche l’impatto sulla salute dei cittadini”. È quanto si precisa nelle nuove linee guida
Linee Guida per la Valutazione di Impatto Sanitario approvate con decreto del Ministero della Salute e pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale del 31 maggio scorso.
Nel documento si prevede che con il supporto dell’Istituto superiore di sanità, il Ministero avrà il compito di monitorare oltre all’impatto che un progetto può avere sul territorio, anche i potenziali effetti sulla salute della popolazione. Un documento arricchito soprattutto da alcuni esempi relativi agli indicatori sanitari per specifiche esposizioni. Ad esempio la valutazione ecotossicologica e le metodologie relative alle stime tossicologiche ed epidemiologiche. Le varie metodologie avranno ruoli diversi nelle varie fasi della valutazione.
Nella fase di monitoraggio e di screening gli aspetti ecotossicologici potranno fornire dei dati sulla salute degli ecosistemi, mentre una collaborazione tra tossicologia e l’epidemiologia sarà utile al fine di identificare i potenziali fattori di rischio e degli indicatori sanitari. Complementare e trasversale a tutte le metodologie utilizzate è la valutazione dell’esposizione ambientale.
Le fasi fondamentali della VIS
Analogamente alla valutazione di impatto ambientale (VIA), che valuta se un determinato progetto ha un impatto sull’ambiente, come si legge nell’introduzione delle linee guida “la valutazione di impatto sanitario può essere definita una combinazione di procedure e metodi che consentono di valutare i potenziali e non intenzionali effetti di una politica o programma sulla salute di una popolazione”.
Le fasi fondamentali della Vis sono riassunte in:
Screening: una fase dove si valuta se sia necessario che un progetto sottoposto alla valutazione ambientale sia sottoposto anche alla valutazione di impatto sanitario
Scopi: gli aspetti chiave che la VIS dovrà trattare, gli effetti sulla salute a breve e lungo termine, quale fascia di popolazione è interessata alla valutazione e gli enti e associazioni del territorio da coinvolgere
Valutazione del rischio: Identificare il rischio di un’opera e individuare i gruppi più vulnerabili. Dopo un confronto con enti e associazioni coinvolte, la conclusione di questa
fase determina la fattibilità dell’opera.
Successivamente, viene definito il monitoraggio del piano sanitario in relazione a quello ambientale, per arrivare ad una redazione dettagliata delle attività condotte, concludendo con il piano di monitoraggio e controllo.
Coinvolgere più competenze e formare gli enti del territorio
Come in tutto il mondo, anche in Italia le emergenze ambientali degli ultimi anni hanno acceso conflitti tra associazioni ambientaliste e cittadini contro imprese e amministrazioni locali, ritenute responsabili di situazioni di pericolo per l’ambiente e la salute degli abitanti. Lo stato di salute di una comunità è il risultato delle relazioni con l’ambiente sociale, culturale e fisico in cui la popolazione vive. La valutazione di impatto sanitario sarà produttiva proprio se più competenze collaboreranno in un gruppo di lavoro e serviranno per una valida valutazione di impatto sanitario la partecipazione di vari esperti nelle materie che ogni singolo caso evidenzia.
L’Istituto superiore della sanità intende realizzare un’attività di formazione specifica sia per gli enti del territorio che dovranno sostenere le valutazioni che per i proponenti a cui è assegnata la valutazione. Inoltre il confronto tra tutti gli stakeholder coinvolti, fornirà elementi utili per un eventuale aggiornamento del documento, con l’obiettivo di renderlo condiviso e applicabile alle numerose e diverse situazioni che potranno presentarsi sui territori.
Federico Ruggeri