Nella serata di ieri da Palazzo Chigi è arrivato il via libera al Decreto fiscale. Nel comunicato ufficiale di Palazzo Chigi, però, non si fa cenno alle misure
da noi anticipate riguardanti lo sblocco del tetto di spesa per il personale sanitario e la proroga delle nuove regole per l’esame di abilitazione a Medicina. Da quanto si apprende entrambe le norme ieri hanno riceuto l'ok politico da tutti i ministri presenti. La loro approvazione è però da considerarsi 'sub judice' per approfondimento tecnico.
Il Quirinale potrebbe infatti decidere di escluderle in quanto non pertinenti rispetto alla ratio del decreto, dal momento che potrebbero non configurarsi come misure fiscali per lo sviluppo del Paese.
Ricordiamo che la norma sullo
sblocco del tetto di spesa per il personale recepisce quanto previsto
dall'accordo di due settimane fa tra ministero della Salute, della PA, Mef e Regioni, che a quanto si apprende dovrebbe essere stato recepito nel decreto, viene cancellato il vecchio tetto del 2010, che fissava la spesa del personale sanitario al livello della spesa 2004 - l'1,4%, stabilendo che a decorrere dal 2019, la spesa per il personale degli Enti del Ssn di ciascuna Regione non potrà superare il valore della spesa sostenuta nel 2018. Inoltre la spesa potrà essere incrementata per un importo pari al 5% dell’aumento del Fondo sanitario rispetto all’esercizio precedente. Questo importo include le risorse per il trattamento accessorio del personale. Dal 2021 l’incremento di spesa del 5% sarà subordinato all’adozione di una metodologia per la determinazione del fabbisogno del Ssn. Previsto anche, previo accordo con il Mef e Salute l’incremento di spesa per i servizi esternalizzati.
Prorogata poi al 2021 l’entrata in vigore del
nuovo esame di abilitazione a Medicina. “Per consentire agli Atenei una migliore organizzazione degli esami di Stato di abilitazione all'esercizio della professione di medico-chirurgo, il termine di cui all'articolo 7, comma 2, del
decreto ministeriale 9 maggio 2018, n. 58 decorre dalla sessione di esame del mese di luglio 2021, fatta eccezione per l'articolo 3 che disciplina il tirocinio pratico-valutativo durante il percorso degli studi. Alle prove di esame relative agli anni 2019 e 2020 continuano ad applicarsi le disposizioni di cui al decreto ministeriale 19 ottobre 2001, n. 445.
In ogni caso, “in via transitoria, coloro che non hanno ancora svolto il tirocinio pratico valutativo di cui all’art. 3 del Decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca 9 Maggio 2018, n. 58, possono effettuarlo a partire dal mese di aprile 2019 e accedere, pertanto, alla prima sessione di esame, relativa all’anno 2019, prevista per il prossimo mese di luglio”.
La ratio della disposizione è quella di ovviare alla difficoltà degli Atenei ad adeguarsi alla nuova disciplina prevista dal decreto ministeriale del 2018 che ha introdotto le nuove regole. Tali criticità, rilevate dagli Atenei, dai docenti e dagli studenti, riguardano, in particolare, il nuovo tirocinio professionalizzante che sembra incompatibile con l’acquisizione dei prescritti 60 crediti formativi universitari (CFU) durante l’ordinario VI anno di corso.
In caso di stop da parte del Quirinale, entrambe le norme verrebbero inserite nel Decreto Calabria che il Consiglio dei Ministri dovrebbe esaminare subito prima di Pasqua.
Giovanni Rodriquez