Le disposizioni sull’incompatibilità tra presidente di regione e commissario “si applicano anche agli incarichi commissariali in atto, a qualunque titolo, alla data di entrata in vigore del presente decreto”. E “il Consiglio dei ministri provvede entro novanta giorni, alla nomina di un commissario ad acta per ogni regione in cui si sia determinata l'incompatibilità del commissario, il quale resta comunque in carica fino alla nomina del nuovo commissario ad acta”. È quanto recita il decreto fiscale pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 18 dicembre con cui è stata reintrodotta l’incompatibilità tra presidente di regione e commissario ad acta per la sanità e che vale anche per i presidenti-commissari in carica.
A leggere la norma quindi i 90 giorni sono trascorsi (la scadenza era il 19 marzo) e dal Governo non sono arrivate le nomine per la sostituzione dei presidenti di Lazio e Campania,
Nicola Zingaretti e
Vincenzo De Luca che quindi rimangono al loro posto di commissari ad acta per la sanità delle rispettive regioni.
Dopo le polemiche a distanza e gli
annunci del Ministro della Salute,
Giulia Grillo (
soprattutto nei riguardi del governatore campano) nulla quindi (al momento) è ancora successo.
Sulla norma in questione ricordiamo che, sia la Regione Campania che il Lazio, hanno presentato ricorso alla Consulta e soprattutto che la misura sull’incompatibilità è uno dei nodi da sciogliere per la partenza del Patto per la Salute su cui De Luca in particolare ha avanzato le maggiori riserve.
L.F.