Il decreto sulle liberalizzazioni arriva oggi alla 10° Commissione del Senato, Commercio e Turismo. Relatori per la Commissione saranno Simona Vicari (Pdl) e Filippo Bubbico (Pd), ma è probabile anche la presenza del ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera.
Intervistato da
Quotidiano Sanità, il presidente della Commissione Cesare Cursi illustra il calendario dei lavori e preannuncia possibili modifiche, sia riguardo alle nuove farmacie, sia riguardo alla prescrizione dei farmaci generici.
Presidente Cursi, come saranno cadenzati i lavori della sua Commissione riguardo al decreto sulle liberalizzazioni?
Oggi abbiamo fissato due sedute, una nel pomeriggio e una in serata, per ascoltare i relatori del provvedimento, Simona Vicari e Filippo Bubbico, e, probabilmente, anche il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera. Da mercoledì cominceremo invece le audizioni, che si protrarranno anche per la prossima settimana. Sentiremo tutti i mondi interessati dal decreto, a cominciare dalla Banca d’Italia, dagli Enti locali – Upi, Anci e Regioni -, poi i sindacati, le Autorità per l’energia e per la concorrenza, le associazioni di categoria, a cominciare da Confindustria.
È un provvedimento molto ampio, che è stato definito “sulle liberalizzazioni”, anche se in realtà c’entra poco, visto che si occupa di concorrenza, sviluppo delle infrastrutture, competitività.
I farmacisti hanno manifestato forte contrarietà sul provvedimento, pur rendendosi disponibili ad un certo ampliamento della rete di esercizi. Pensa che ci saranno modifiche a riguardo?
Ascolteremo le ragioni di Federfarma e dell’Anpi venerdì pomeriggio, ma intanto mi sembra un segnale incoraggiante il fatto che Federfarma abbia rinviato la serrata, accogliendo di fatto l’appello del segretario del Pdl Alfano ad un confronto di tipo politico. Probabilmente andrà discusso il rapporto tra farmacie e numero di abitanti, fermo restando che bisogna riaprire le piante organiche. Altro punto da ridiscutere quello della cosiddetta ereditarietà che oggi è ridotta a soli sei mesi, mentre per qualsiasi eredità c’è almeno un anno di tempo per decidere.
Il decreto ha suscitato le proteste anche dei medici di famiglia, che considerano la norma che gli impone di prescrivere il farmaco generico a più basso costo un’ingerenza nella loro discrezionalità e un appesantimento burocratico. Qual è il suo parere?
I medici hanno perfettamente ragione. Oltretutto, proprio mentre si fa un decreto sulla semplificazione mi sembra davvero contraddittorio inserire invece una norma che aumenta la burocrazia.
Quando pensa che si concluderanno i lavori della Commissione.
Entro la fine del mese di febbraio vorremmo portare il decreto in Aula al Senato, perché possa poi passare all’esame della Camera.