Il ministro per le Autonomie
Erika Stefani continua a premere sull'acceleratore per portare a casa il disegno di legge sulle autonomie regionali, un tema sul quale il suo partito, la Lega, punta da sempre moltissimo: "Di Maio sa bene che questo governo si basa su un contratto e che le autonomie sono in quel contratto, il nostro obiettivo è chiudere con Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna prima delle Europee", chiarisce Stefani in un'intervista rilasciata oggi al
Corriere della Sera.
L'immediata replica a distanza arriva dal vicepremier
Luigi Di Maio che, intervestitato da
Repubblica dopo il risultato deludente per il M5S delle regionali in Sardegna, frena così gli slanci di Stefani: "Noi sosteniamo l'autonomia ma non lo spacca-Italia. Il percorso non sarà breve".
Prosegue dunque il braccio di ferro tutto interno al governo sull'iter del regionalismo differenziato. La presa in carico della partita sulle autonomie da parte di
Matteo Salvini induce Stefani all'ottimismo: "Beh, certo il vedere che il vicepremier che parla di momento storico da una grande carica dopo tanto lavoro. Sarà lui che ora, al tavolo politico con il premier Conte e con il ministro Di Maio scioglierà gli ultimi nodi politici".
La ministra parla di "ultimi nodi" ma i 5 Stelle paiono abbastanza agguerriti nell'ostilità alle autonomie differenziate. "All'ottimo ministro Stefani - spiega Di Maio a Repubblica - lo abbiamo detto chiaramente: permetteremo alle Regioni che lo chiedono di poter gestire alcuni servizi. Ma il percorso non sarà breve. Ci sarà una pre-intesa approvata in Cdm dopo un vaglio politico mio, di Salvini e di Conte. Poi il presidente inizierà una trattativa con i governatori di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Infine si andrà in Parlamento e i presidenti delle Camere decideranno se sarà emendabile o no il testo delle intese".
Stefani, nella sua intervista, replica poi così alle voci critiche e preoccupate degli Ordini delle professioni sanitarie che raccomandano di non frantumare il Servizio sanitario nazionale: "È una polemica che mi ha molto sorpreso e per fortuna c'è anche chi ha preso le distanze. Loro non mi hanno mai nemmeno chiesto un incontro. E noi non frantumiamo nulla. Parliamo di fatti: l'autonomia oggi non c'è ma gli squilibri invece sì, e belli vistosi. Noi vogliamo sanarli con l'applicazione dei costi e fabbisogni standard che staneranno sprechi e inchioderanno i furbetti alle loro responsabilità", conclude la ministra.