“Lo schema di regolamentazione non sta istituendo elenchi speciali, ma una nuova fase di equivalenza per le professioni. Un'equivalenza, tra l'altro, che ha visto attuarsi lo stralcio, a suo tempo, della figura dell’Educatore professionale. Esprimiamo sconcerto per tale proposta, in cui si prevede che chi ha dimenticato di poter accedere alle procedure di equivalenza può sanare la sua posizione con la possibilità di iscrizione alla lista speciale”.
È quanto denuncia l’Anep (l’Associazione nazionale degli educatori professionali) che in una lettera indirizzata al Ministro
Giulia Grillo a firma del presidente
Titta Nicola Filippo boccia la bozza di schema di decreto attuativo del Ministero della Salute (da emanare entro febbraio) che deve disciplinare i
commi 537 e 538 della Manovra che prevedono la creazione di elenchi speciali ad esaurimento per chi ha svolto professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica, riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione senza il possesso di un titolo abilitante per l'iscrizione all'albo professionale, per un periodo minimo di 36 mesi, anche non continuativi, negli ultimi 10 anni. La misura serve per evitare il licenziamento di molti lavoratori che non hanno i requisiti per l’iscrizione ai nuovi Albi professionali istituito dalla Legge Lorenzin del 2018.
“La Legge non ammette ignoranza – si legge nella lettera -, eppure stavolta si trova l’escamotage di favorire chi ha già fruito del beneficio della equivalenza: con disparità evidente di trattamento. Si esprime ulteriore stupore e disappunto per il fatto che nello schema in discorso si siano prese in considerazione soltanto le strutture sanitarie pubbliche o private senza pensare che molti professionisti sanitari, la maggior parte per quel che ci riguarda, operano anche in strutture, nonché servizi, sociosanitari e socio-assistenziali (ad esempio, fisioterapisti che operino in una casa di riposo).
In sintesi, lo schema di decreto ministeriale così predisposto sembra dischiudere per coloro che esercitano la professione con regolare contratto, ma con titoli non abilitanti e difformi dalle norme applicabili, il licenziamento perché la loro posizione è in evidente conflitto con l’ordinamento vigente”.
“Auspichiamo – conclude l’Anep - che il Governo si preoccupi sin d'ora di coloro che, già rimasti esclusi dall'albo, potrebbero rimanere esclusi anche dagli elenchi speciali qualora, in fase di attuazione del comma 538, si licenziasse un testo di decreto - anziché "includente" - "escludente", con nefasti esiti per gli operatori comunque presenti nei servizi, sebbene in assenza di una valida cornice e di controlli in ambito deontologico e formativo”.