5 febbraio - “Bisognava pensare prima che avevamo una classe medica vecchia". Il ministro, a margine della presentazione del Rapporto dei Nas, risponde così all’allarme lanciato dai sindacati sulla carenza dei medici che sarà aggravata dall’introduzione della quota “100”. “Rivediamo piuttosto il numero chiuso che non è più adeguato ai tempi e la formazione post laurea”. IL VIDEO
“Cosa vorrebbero i sindacati, che i nostri medici continuassero a lavorare affaticati? Perché queste mi sembrano lacrime di coccodrillo. Bisognava pensare prima che avevamo una classe medica vecchia”.
Va giù dura il ministro della salute Giulia Grillo, stimolata dalle domanda dei giornalisti sulla criticità dello spopolamento delle corsie ospedaliere, a margine della presentazione dell’attività 2018 dei Nas.
“È stato istituito un numero chiuso che mi sono permessa di criticare – ha detto – sono stata massacrata da una parte dell’opinione pubblica quando effettivamente c’è bisogno di rinnovare la classe medica la cui età media è di 54 anni e questo è assolutamente impossibile. Non è facendoli lavorare fino a settanta anni che risolviamo il problema, ma facendo entrare i giovani. Quindi – ha aggiunto – rivediamo il numero chiuso che non è più adeguato ai tempi. E rivediamo anche la formazione post laurea abbandonando il concetto di scuole di specializzazione, siamo gli unici in Europa ad avere ancora studenti di 25 anni. Facciamoli entrare direttamente nel mondo del lavoro. Siamo pronti per una riforma. Ma basta lotte corporativistiche – ha concluso – lil corporativismo rischia di distruggere la sanità pubblica”.