Arrivare presto ad approvare, nella commissione Sanità del Senato, un disegno di legge condiviso per la prevenzione e la cura dei disturbi alimentari, a cominciare da anoressia e bulimia. E' questo l'obiettivo delle senatrici
Caterina Bini, vicepresidente Pd della Commissione Infanzia e adolescenza e
Maria Rizzotti, vicepresidente del gruppo di Fi che, insieme con il presidente
Pier Paolo Sileri (M5s), hanno presentato oggi in conferenza stampa al Senato il lavoro svolto dalla Commissione Sanità di Palazzo Madama, guidata appunto dal senatore pentastellato.
L'iter parlamentare è già iniziato: sono due i ddl in discussione in Commissione, quello che porta la firma della senatrice Rizzotti, adottato come testo base, e quello della senatrice dem Bini. Il punto di partenza, chiarisce Rizzotti, è "l'introduzione del reato di istigazione a pratiche che provocano anoressia e bulimia, così da mettere a tacere blog e siti che fanno propaganda online ai Disturbi alimentari. Riconoscerlo come reato è come 'imbavagliare' chi cerca proseliti attraverso la rete".
"Anoressia e bulimia - ha detto Caterina Bini - riguardano 3 milioni di persone, con 8500 nuovi casi ogni anno. I disturbi alimentari rappresentano la seconda causa di morte, dopo gli incidenti stradali, tra i giovani. Servono la prevenzione attraverso l'educazione, la diagnosi precoce, l'intervento tempestivo e qualificato attraverso centri specializzati. E' arrivato il momento di intervenire e speriamo di riuscirci in tempi rapidi".
Prevenzione e formazione sono infatti gli altri punti cardine del testo. Avere medici di base, pediatri e insegnanti qualificati per riconoscere e affrontare i Disturbi alimentari è fondamentale, tanto quanto l'informazione dei genitori e l'educazione a scuola. "Alcuni provvedimenti, come questo, - ha spiegato Pierpaolo Sileri, presidente della Commissione Sanità - non hanno colore politico. Va approvato il prima possibile perché i Disturbi alimentari possono causare morti o conseguenze che durano tutta la vita. Per questo, cercheremo di licenziare il testo entro gennaio 2019".