"Le strategie basate principalmente sulla comunicazione, sull’offerta attiva e sul potenziamento dei servizi vaccinali in mancanza di un obbligo non hanno dato i risultati sperati. Prima dell’obbligo imposto dalla legge 119/17, che comunque non è coercitivo, nessuna Regione aveva raggiunto gli obiettivi del Pnpv. È un dato di fatto invece che le coperture, dopo l’obbligo, sono aumentate e che l’obbligo sta dunque funzionando come strumento per raggiungere gli obiettivi prefissati di salute pubblica, aumentando la consapevolezza dei cittadini e dei professionisti sanitari sull’importanza delle vaccinazioni".
Così oggi il segretario
Antonio Magi in audizione in Commissione Sanità sul ddl vaccini sull'obbligo flessibile proposto da M5S e Lega.
"Condividiamo l’opinione di quanti ritengono che un cambiamento di strategia da parte del legislatore in materia rischierebbe di svilire il valore della vaccinazione stessa e l’importanza di alte coperture, facendo passare il messaggio che coperture più basse, ma basate su una vaccinazione volontaria, rappresentino una opzione migliore rispetto a coperture ottimali elevate ma frutto di un obbligo", ha proseguito Magi.
"Abrogare tale provvedimento legislativo per sostituirlo con un dispositivo di legge che si basa in larga misura su uno strumento di programmazione in fieri, il Pnpv, prevedendo una frammentazione di interventi a livello regionale o locale, è estremamente rischioso. Sarebbe meglio mantenere l‘attuale legge in vigore e nel frattempo completare l’anagrafe vaccinale e nazionale ed elaborare il nuovo Pnpv che potrebbe entrare in vigore alla scadenza naturale del precedente (fine del 2019)", ha proseguito.
"Suggeriamo inoltre, sull’esperienza di questi anni di politiche regionali, un coordinamento strategico forte ed omogeneo a livello nazionale, evitando interventi regionalizzati, sia pure in emergenza. Infine ci permettiamo di suggerire al legislatore di non escludere dalle campagne di promozione vaccinale il medico con il suo ruolo il suo bagaglio di conoscenza. La figura del professionista è infatti l’unica in grado di veicolare un’informazione corretta e di ri-consolidare la fiducia del cittadino nel Servizio sanitario nazionale in materia di prevenzione vaccinale", ha concluso Magi.