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QS Edizioni - domenica 24 novembre 2024

Governo e Parlamento

Intervista a Martini (Lega): “La priorità è risolvere le voragini delle Regioni in deficit”

immagine 30 dicembre - Ma per la deputata della Lega, ex sottosegretario alla Salute nel governo Berlusconi, c'è "molto da fare anche in termini di razionalizzazione delle prestazioni sul territorio e di soddisfazione dei bisogni dei pazienti in termini di qualità e sicurezza".
Piani di rientro, razionalizzazione delle prestazioni sul territorio e soddisfazione dei bisogni dei pazienti in termini di qualità e sicurezza perché "la migrazione sanitaria verso le Regioni del Nord continua ad essere una piaga del nostro Paese". Sono queste, secondo Francesca Martini, Gruppo Lega Nord, già sottosegretario al ministero della Salute e assessore alla Sanità della Regione Veneto, le priorità che la sanità deve affrontare. Mentre la liberalizzazione dei farmaci di fascia C con ricetta ma a carico del paziente nei corner dei supermercati e nelle parafarmacie "va affrontata con coscienza" per non mettere a rischio "la cultura del consumo di farmaci che si è consolidata in regime di appropriatezza" grazie alla "collaborazione instaurata tra Regioni, medici prescrittori e farmacisti".
E sull'Ordine del Giorno a sua firma, votato a grande maggioranza dalla Camera, per ridurre del 50% l'Imu per i disabili gravi, Martini afferma: "In dissenso dal Governo, il Parlamento ha avuto un sussulto di coscienza su questo tema". Occorre infatti considerare che per persone disabili gravi non autosufficienti e le loro famiglie la casa "non rappresenta tanto un lusso, quanto un vero e proprio 'luogo di cura'".
 
On. Martini, anzitutto una sua opinione sui contenuti della manovra?
Questa prima manovra del Governo Monti, cui tutto il Gruppo parlamentare della Lega Nord ha votato compattamente contro, si è contraddistinta per un intervento che ha colpito pesantemente la prima casa, le pensioni, ha aumentato le accise sulla benzina, l’Iva; in sostanza grava su chi le tasse le paga già. Una manovra sostanzialmente depressiva, che non crea un nuovo posto di lavoro, che non incide sostanzialmente né sull’evasione fiscale, né sugli sprechi di denaro pubblico che sono il vero cancro di questo Paese. Ne cito uno a caso, ma a mio avviso eclatante: ci sono regioni come Veneto e Lombardia che funzionano perfettamente con circa un decimo del personale della Sicilia.
 
Cosa pensa, in particolare della norma per la liberalizzazione dei farmaci di fascia C, poi modificata nel corso dell’esame alla Camera?
Per quanto riguarda la possibile “liberalizzazione” dei farmaci di fascia C, quindi con ricetta ma a carico del paziente, nei corner dei supermercati e nelle parafarmacie, abbiamo preso atto di un ripensamento da parte del Governo. Credo che la questione vada affrontata con coscienza perché, fortunatamente, in Italia abbiamo raggiunto una cultura del consumo di farmaci che si è consolidata in regime di appropriatezza, anche per quanto riguarda il farmaco a carico del Ssn. Ciò ha determinato il rispetto dei tetti di spesa prefissati e questo lo dobbiamo alla collaborazione che si è instaurata in questi anni all’interno della filiera tra Regioni, medici prescrittori e farmacisti. Non possiamo sottacere che alcuni fatti di cronaca ci hanno presentato costantemente anche truffe colossali a danno del Ssn. Truffe da milioni di euro che sono state snidate, anche e soprattutto, grazie all’attività dei Carabinieri dei Nas con cui ho avuto una ottima collaborazione nei tre anni e mezzo in cui sono stata Sottosegretario al Ministero della Salute.
Con una strategia di consapevolezza e di responsabilità si sta passando, anche attraverso la regolamentazione regionale, ad una farmacia come presidio sanitario del territorio, in rete con gli altri attori di sistema, in particolare i distretti, in grado di erogare prestazioni a favore del cittadino come la prenotazione di visite o la consegna di referti. Credo che quindi il tema della distribuzione in convenzione e di vendita dei farmaci, nonché della possibilità concreta di riduzione dei prezzi, vada ascritto in un contesto più ampio e debba essere collocato nel principio della difesa e della tutela della salute dei cittadini in cui fondamentale è e resta la consulenza del farmacista. Su questa base, forse ci sarà la possibilità di ragionare più serenamente nei prossimi mesi, senza preclusioni.
 
La Camera ha approvato un importante ordine del giorno di sua iniziativa per ridurre del 50% l’Imu per i disabili gravi. Qual è, secondo lei, il significato politico di questo successo della Lega, considerato che l’Odg ha raccolto 512 voti a favore e solamente 13 no?
I
n un momento di cosiddette “lacrime e sangue” ho ritenuto opportuno evidenziare un tema che mi sta molto a cuore e di alto valore etico. Oggi più che mai le persone disabili gravi non autosufficienti e i loro nuclei familiari rappresentano l’essenza della fragilità sanitaria e sociale. Su di una questione così importante il Governo Monti aveva dato parere negativo, nonostante la prima casa, oggi super tassata, per queste famiglie rappresenti non tanto un lusso, quanto un vero e proprio “luogo di cura” che spesso comporta spese di adeguamento ai bisogni del malato molto consistenti e permette a queste persone di evitare l’istituzionalizzazione e di veder riconosciuto loro il diritto a vivere a casa propria e vicino ai propri affetti familiari. Su questo tema il Parlamento ha avuto un sussulto di coscienza e ha votato compatto a favore del mio ordine del giorno in dissenso dal Governo. Tutto questo ha rappresentato per me una grande emozione ed ho ringraziato tutti i gruppi parlamentari.
 
Anche se l'ultima manovra non ha inciso sulla sanità in termini di finanziamento, restano però gli 8 miliardi di tagli delle manovre precedenti. Crede che ci siano rischi per la sostenibilità del sistema? Quali pensa che saranno i nodi più critici del confronto tra Governo e Regioni per il nuovo Patto per la Salute?
Su questi temi mi riservo per motivi di tempo di intervenire prossimamente e anticipo già la mia totale disponibilità. Vorrei rimarcare però, anticipandola, una questione: il ministro Balduzzi parla di nuovi ticket, ma credo che la prima questione pesantissima da affrontare sia quella dei piani di rientro delle Regioni con deficit sanitario. I piani di rientro sono in corso da circa sette anni e le grandi voragini di alcune regioni come Calabria, Campania, Lazio ed in parte anche la Sicilia non si sono ancora risolte.
Molto anche da fare in termini di razionalizzazione delle prestazioni sul territorio e di soddisfazione dei bisogni dei pazienti in termini di qualità e sicurezza, la migrazione sanitaria verso le Regioni del Nord continua ad essere una piaga del nostro Paese. Credo che su questi temi, tanto più in un momento di crisi, sia doveroso confrontarsi con priorità assoluta.
 
Lucia Conti
 
30 dicembre 2011
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