"Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un progressivo cambiamento del nostro Servizio sanitario nazionale. Ospedalieri e universitari hanno dovuto cambiare approccio e metodo di lavoro sull’onda della 'Clinical Governance'. Laddove governance è stata dialogo, concertazione e consultazioni tra professionisti e amministratori i risultati sono arrivati. Quando questo non è avvenuto, dove i tagli sono avvenuti con decisioni calate dall’alto attraverso una mera revisione di conti storici e senza dialogo, sono state distrutte realtà scientifiche, professionali e una intera filiera di formazione". Così il senatore del Movimento 5 Stelle,
Pierpaolo Sileri, presidente della Commissione Igiene e Sanità di Palazzo Madama, intervenendo al
Congresso congiunto delle società scientifiche italiane di chirurgia, in corso a Roma.
"Allora - ha aggiunto - è necessario ripartire dal fine ultimo della nostra professione: curare e guarire le persone facendolo al meglio e con i mezzi migliori. Sicuramente abbiamo tutti accettato i tagli e i risparmi necessari convinti di vederne una fine per poi ripartire. E troppe volte ci siamo sentiti dire 'non si può fare' osservando poi ben altri sprechi intorno a noi giustificati da una certa governance politicizzata come risparmio. Quindi, prima cosa, via la politica dalla sanità. Secondo, riflettere sul fatto che la Governance in troppi casi ha allontano eccellenze dal Servizio sanitario nazionale con un'emorragia di medici".
E' necessario dunque, ha concluso Sileri, "intervenire con regolare e naturale sostituzione di chi va in pensione con i nuovi specialisti. Servono risorse e devono essere ben allocate e controllate visto che la corruzione nel Ssn ‘mangia’ oltre 5 miliardi all’ anno dei circa 115 disponibili. Abbiamo sottolineato molti di questi intenti nelle premesse al parere favorevole alla Nota di aggiornamento al Def che indica le linee di intervento da intraprendere. Le priorità sono: il personale, il miglioramento della governance della spesa sanitaria, la promozione dell’innovazione e della ricerca; l'attuazione, il monitoraggio e l’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza; gli investimenti nel patrimonio edilizio sanitario (tra cui l'adeguamento antisismico nelle zone a rischio) e l’ammodernamento tecnologico delle attrezzature. Stiamo lavorando per avere una nuova sanità".