“Fare del medico in servizio un pubblico ufficiale in modo da tutelarlo meglio da minacce e aggressioni”. Questa la richiesta che arriva da
Michela Rostan, deputata Leu e vicepresidente Commissione Affari sociali che, oggi, alla Camera, in una conferenza stampa ha presentato una proposta di legge dal titolo '
Modifica all'articolo 357 del codice penale, in materia di attribuzione della qualifica di pubblico ufficiale ai medici e al personale sanitario nell'esercizio delle loro funzioni' ad hoc di cui è prima firmataria (il testo è firmato anche da
Federico Conte-LeU,
Giuseppina Occhionero-LeU,
Rossella Muroni-LeU,
Paolo Siani-PD,
Federico Fornaro-LeU,
Roberto Speranza-LeU).
“Le aggressioni ai medici e al personale sanitario rappresentano una vera emergenza – ha dichiarato la deputata – bisogna trovare strumenti di tutela: vigilanza, strutture, più personale ma anche un riconoscimento maggiore della figura stessa del medico. Farne un pubblico ufficiale significa poter agire d’ufficio contro le aggressioni e restituirgli maggiore serenità. Faremo il nostro lavoro per costruire convergenze e convincere la maggioranza e il governo a sostenere questa iniziativa”.
“Perché tanta violenza contro gli operatori sanitari?”. Ha dichiarato
Paolo Siani, deputato del Partito democratico che è cofirmatario della proposta. “Si stima – spiega - che siano oltre tremila i casi di aggressione a medici e infermieri ogni anno, ma solo 1.200 sono quelli denunciati all'Inail. Il sindacato degli infermieri dice che i più esposti al rischio sono gli addetti al pronto soccorso, con 456 casi nell'ultimo anno. Le aggressioni a medici e a infermieri, che lavorano in corsia, quindi non in un reparto di pronto soccorso, sono state circa 400, negli ambulatori 320. C’è bisogno di ristabilire il patto di alleanza tra medici e pazienti.
Non servirà inasprire le pene, sono pochi i medici che denunciano. Bisognerà lavorare per ridare fiducia ai cittadini e mettere i medici e gli infermieri nelle condizioni di poter svolgere al meglio il loro lavoro, e proteggere così il diritto alla salute previsto dall’articolo 32 della Costituzione”.