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QS Edizioni - venerdì 22 novembre 2024

Governo e Parlamento

Aggressioni ai medici. Rostan (Leu) presenta proposta di legge: “Dare ai professionisti lo status di pubblico ufficiale per fermarle”

immagine 26 luglio - “Fare del medico un pubblico ufficiale significa poter agire d’ufficio contro le aggressioni e restituirgli maggiore serenità”. Così la vicepresidente Commissione Affari sociali che oggi in una conferenza stampa alla Camera ha presentato la proposta di legge sul tema di cui è prima firmataria. Siani (PD) che è cofirmatario della proposta: "Non servirà inasprire le pene, sono pochi i medici che denunciano. Bisognerà lavorare per ridare fiducia ai cittadini e mettere i medici e gli infermieri". LA BOZZA
“Fare del medico in servizio un pubblico ufficiale in modo da tutelarlo meglio da minacce e aggressioni”. Questa la richiesta che arriva da Michela Rostan, deputata Leu e vicepresidente Commissione Affari sociali che, oggi, alla Camera, in una conferenza stampa ha presentato una proposta di legge dal titolo 'Modifica all'articolo 357 del codice penale, in materia di attribuzione della qualifica di pubblico ufficiale ai medici e al personale sanitario nell'esercizio delle loro funzioni' ad hoc di cui è prima firmataria (il testo è firmato anche da Federico Conte-LeU, Giuseppina Occhionero-LeU, Rossella Muroni-LeU, Paolo Siani-PD, Federico Fornaro-LeU, Roberto Speranza-LeU).
 
“Le aggressioni ai medici e al personale sanitario rappresentano una vera emergenza – ha dichiarato la deputata – bisogna trovare strumenti di tutela: vigilanza, strutture, più personale ma anche un riconoscimento maggiore della figura stessa del medico. Farne un pubblico ufficiale significa poter agire d’ufficio contro le aggressioni e restituirgli maggiore serenità. Faremo il nostro lavoro per costruire convergenze e convincere la maggioranza e il governo a sostenere questa iniziativa”.
 
“Perché tanta violenza contro gli operatori sanitari?”. Ha dichiarato Paolo Siani, deputato del Partito democratico che è cofirmatario della proposta. “Si stima – spiega - che siano oltre tremila i casi di aggressione a medici e infermieri ogni anno, ma solo 1.200 sono quelli denunciati all'Inail. Il sindacato degli infermieri dice che i più esposti al rischio sono gli addetti al pronto soccorso, con 456 casi nell'ultimo anno. Le aggressioni a medici e a infermieri, che lavorano in corsia, quindi non in un reparto di pronto soccorso, sono state circa 400, negli ambulatori 320. C’è bisogno di ristabilire il patto di alleanza tra medici e pazienti. Non servirà inasprire le pene, sono pochi i medici che denunciano. Bisognerà lavorare per ridare fiducia ai cittadini e mettere i medici e gli infermieri nelle condizioni di poter svolgere al meglio il loro lavoro, e proteggere così il diritto alla salute previsto dall’articolo 32 della Costituzione”.
 
 
26 luglio 2018
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