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QS Edizioni - sabato 21 dicembre 2024

Governo e Parlamento

Grillo a tutto campo: “Da settembre attivo canale diretto per segnalazioni cittadini su liste d’attesa”. E poi su intramoenia: “Interverremo, va rivista”

di L.F.
immagine 20 luglio - Il Ministro della Salute su Radio 1 disegna anche il perimetro per una riforma delle specializzazioni: “Vogliamo arrivare ad una riforma che crei un rapporto di continuità tra laurea e inizio dell'attività lavorativa, superando il distacco attuale che c'è e che genera un eccesso di medici laureati non specialisti”. E poi botta e risposta con la giornalista Daniela Minerva su fondo sanitario e intramoenia.
“Da settembre attiverò un canale diretto con il ministero per fare in modo che i cittadini mandino direttamente a noi le segnalazioni, ma ricordo che l'organizzazione e la gestione delle aziende sanitarie è delle Regioni. Dentro la quale il ministero non può entrare. Su liste d’attesa è mancato un impulso governativo negli ultimi 5 anni”. Così il Ministro della Salute, Giulia Grillo ai microfoni di Radio Anch’io su Radio 1 è tornata nuovamente sul tema liste d’attesa su cui ha anche aggiornato lo stato dell’arte dopo la richiesta fatta alle Regioni per avere i dati. “Ad oggi mancano 3 regioni che non hanno ancora presentato la memoria, manca di sicuro la Sardegna”.
“Il tema – ha proseguito Grillo - è complicato perché riguarda le singole regioni ma anche le singole aziende sanitarie e ospedaliere. Alcune regioni dicono di rispettare i tempi ma questo è in discrasia su quanto dicono i cittadini e questo è un primo punto che va verificato”. Poi c’è da dire che “il Governo monitora solo una serie di prestazioni e tempi per ricoveri. Abbiamo questo limite. Noi abbiamo chiesto informazioni alle regioni e andrebbe verificato caso per caso, ma è impossibile controllare tutto, o faremo verifiche a campione o controlleremo tramite le segnalazioni dei cittadini”.

Ma Grillo evidenzia poi come un “altro punto è poi quello che fa arrabbiare i cittadini, ovvero della discrasia che c’è tra la lista d’attesa per il pubblico e quella in intramoenia. Comunque la normativa sulle liste d'attesa, su cui già stiamo lavorando, va rivista. L’intramoenia poteva essere uno strumento, esisteva una norma transitoria che prevedeva di poter effettuare visita in intramoenia con il rimborso se la lista d’attesa pubblica era troppo lunga”.
Quanto alla discrasia tra attesa nel pubblico e nel privato, Grillo ha ricordato che "c'era già una legge chiara" in tal senso. "Diceva che il numero delle prestazioni che tu potevi fare in intramoenia non poteva superare quelle dei volumi indicati per l'attività istituzionale. Questo aspetto andava regolamentato. Abbiamo chiesto alle aziende sanitarie se si fossero dotate di questo regolamento, e la maggior parte non ce l'ha". La normativa “va dunque tutta rivista, perché negli anni è stata fortemente manipolata, oggetto di proroghe e deroghe. L'ipotesi è di intervenire anche sull'intramoenia, che doveva e poteva essere uno strumento utile per accelerare, ma non nella misura in cui il cittadino è obbligato a farlo".

Non solo liste d’attesa e intramoenia, Grillo ha parlato anche di ticket. “È deciso dalle Regioni e non posso obbligare le Regione a indicare quanto ticket pagare e su quali prestazioni”.

Botta e risposta poi con la giornalista di Repubblica, Daniela Minerva. “Il tema liste d’attesa è forse emergenza vera – dice la Minerva - Il Ministro ha colto il punto ma tutto non dev’essere scaricato sulle Regioni. Le liste d’attesa ci sono perché sono stati tagliati i reparti per rientrare nei budget. Il problema sono le risorse, ed è un tema del governo centrale”. E poi la Minerva incalza sull’intramoenia: “Prima d’intervenire bisognerebbe capire perché si è fatta una legge che consente ai medici di lavorare la mattina in ospedale e il pomeriggio a studio. Il tema, ripeto, è solo economico e riguarda il fondo sanitario e il suo riparto e legge sull’intramoenia che è una legge sbagliata. Io sarò ‘talebana’ ma chi lavora nel pubblico non può lavorare nel privato”.
 
Replica piccata della Grillo: “Forse la giornalista non conosce quello che ho detto in questi anni rispetto alla necessità di un aumento del fondo sanitario nazionale. È ovvio che bisogna aumentare le risorse, ma bisogna essere anche onesti, ci sono regioni che riescono a ridurre liste d’attesa e altre no, come mai? Non è solo questione di tagli”.

E ancora: “Numero due è stata fatta una confusione incredibile, l’intramoenia è proprio quella regola che consente al medico di lavorare solo nell’ospedale. Se io scelgo rapporto di esclusività lavoro solo nell’ospedale, poi c’è stata la deroga per lavorare in extramoenia laddove non ci sono gli spazi”.
“C'e' un grande problema – ha continuato la Grillo - che riguarda la formazione dei medici post-laurea. Alcune strutture ospedaliere non riescono a far partecipare a bandi e concorsi i propri medici. Ultimamente sono stata in Campania e c'erano meno medici dei posti a disposizione nei bandi, tutto questo perché la politica per 20 anni non ha mai affrontato il problema della formazione post-laurea”.

E infine è glaciale: “La polemica tanto per fare polemica a me non interessa”.

Ma la controreplica della Minerva non si è fatta attendere: “Ministro non deve prendere tutto come degli attacchi personali, che lei abbia detto che il fondo è sottodimensionato benissimo, adesso è Ministro, faccia qualcosa per dimensionarlo. E poi è bene che il Ministro si rilegga bene la legge sull’Intramoenia perché vedrà che la legge prevede il doppio lavoro dei medici. Se invece vogliamo continuare a fare dei discorsi general generici bene ma poi ci sono i problemi concreti”. (La libera professione intramuraria si riferisce alle prestazioni erogate al di fuori del normale orario di lavoro dai medici di un ospedale, i quali utilizzano le strutture ambulatoriali e diagnostiche dell'ospedale stesso, a fronte del pagamento da parte del paziente di una tariffa ndr.)

Sul finale di trasmissione il Ministro ha poi affrontato anche la questione delle nomine: “Sulla trasparenza  delle nomine lavoreremo e voglio vedere quali strumenti possiamo utilizzare e quali siano compatibili con le prerogative delle regioni, che sono quelle che scelgono i manager”.

E poi sugli specializzandi: “Vogliamo arrivare ad una riforma che crei un rapporto di continuità tra laurea e inizio dell'attività lavorativa, superando il distacco attuale che c'è e che genera un eccesso di medici laureati non specialisti, un paradosso”.

Infine non poteva mancare una battuta sui vaccini: “Ci sono Paesi come la Germania che raggiungono il 97% della copertura vaccinale solo con la raccomandazione. La corretta informazione è fondamentale, ma anche attuare misure che possono essere più coercitive nel caso in cui ci siano cali nelle coperture" secondo un modello che ricorda un po' quello della Regione Veneto". Per arrivare a questo "serve un'anagrafe vaccinale funzionante, di cui il nostro Paese non s’è mai dotato. A livello centrale non sappiamo con esattezza i dati, alcune regioni hanno un sistema informatizzato, altre no, altre lo stanno per avere. Ma a livello centrale non abbiamo dati precisi e in tempo reale, per questo serve un'anagrafe vaccinale”.
 
 
L.F.
20 luglio 2018
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